Da Vinci Classic. Giuseppe Rossi omaggia Beethoven

Articolo di: 
Livia Bidoli
Giuseppe Rossi

Ludwig van sarebbe stato omaggiato quest'anno per il 250° anno dalla nascita soprattutto nella sua patria, la Germania, che, come sappiamo, ha chiuso i battenti della musica come quasi tutti i paesi europei, tranne la Svezia ed un altro stuolo di paesi "rivoluzionari". In ogni caso qui parliamo di un bel cd in parte a quattro mani con il painista Giuseppe Rossi, e le altre due mani sulla Grande Fuga op. 134 sono di Elisa Viscarelli. Da Vinci Classic ha pubblicato questo CD che propone anche la celebre Sonata Hammerklavier.

Il pianista romano Giuseppe Rossi, diplomato col massimo dei voti cum laude al Conservatorio Santa Cecilia di Roma, ha studiato con Aldo Ciccolini, Ivan Donchev e Maurizio Baglini, e si è perfezionato con Bruno Canino, Andrea Lucchesini ed il Trio di Parma, tra gli altri suona con la pianista romana Elisa Viscarelli da qualche anno, avendo frequentato la stessa classe di pianoforte con la Prof.ssa Elisabetta Pacelli, condividendo parte della sua la formazione pianistica. Le sue esibizioni contanto istituzioni di prestigio come il Teatro dell’Opera di Roma, l’Università degli Studi RomaTre, l’Accademia Filarmonica Romana, il Teatro Bibiena di Mantova, il Palazzo Borromeo di Milano, la Médiathèque Centrale di Montpellier e il Conservatorio Rachmaninov di Kaliningrad. Ha tenuto concerti in Europa e in Russia. Il suo repertorio spazia da William Byrd alla musica contemporanea, concentrandosi però su Beethoven e Schumann. Incide per l’etichetta italo-giapponese Da Vinci Classics, da cui riceviamo il CD.

Opera incompresa a lungo. La Grande Fuga è una sorta di sonata in tre tempi, un continuum che si apre con l'Ouvertura, un Allegro che espone gran parte del materiale principale, arrischiandosi in una gotica fuga in cui gli archi in questo caso non compaiono essendo una riduzione per pianoforte a quattro mani a firma dello stesso Beethoven, in cui i due interpreti sono Giuseppe Rossi ed Elisa Viscarelli. In origine infatti la sonata è denominata Grande fuga in si bemolle maggiore per quartetto d'archi, op. 133, poiché inizialmente era prevista come finale del Quartetto, op. 130. Composta nel 1826 presenta delle asperità che saranno concretizzate apertamente col famoso “accordo del Tristano” (o “disaccordo”, scherzo!) piu' di un secolo dopo, e quindi presenta del materiale dissonante e del cromatismo acceso. Se ascoltate attentamente troverete questa brillantezza impetuosa fin dall'inizio che poi sfocia in ciò che esplode in un imperlata di tasti premuti, martelletti giocosi, ed un refrain che smorza il periglioso cammino a quattro mani, grazie all'estrema e caudace velocità ed affiatamento sulla tastiera dei due musicisti.

La Hammerklavier, Sonata op. 106 n. 29, in Si bemolle maggiore, opera titanica e composta tra 1817 e 1819 e dedicata all'Arciduca Rodolfo d'Asburgo, ha una Stimmung maestosa, che riprenderà piu' tardi nella sua Sinfonia n. 9, la Corale, nel secondo movimento: e perfettamente paragonabile perchè una delle più innovative della produzione di Beethoven, con ritmi propulsivi e uno sconcertante assolo di timpani. Molti degli elementi presenti in questo tempo risultarono assolutamente innovativi: dalla scelta dei tempi pari per la parte centrale fino a sonorità che vennero riprese nel sinfonismo del tardo Ottocento da compositori tedeschi e slavi. Questi aspetti del secondo movimento, nacquero in origine dalla composizione di questa sonata.
Il tema principale, è immediatamente contrappuntato da un fraseggio lirico: quindi un'oscurità che però fa rima con la Sehsucht romantica, un afflato emotivo fortissimamente sentito nelle note, un velo malinconico che diventa una fuga, fino a condursi al secondo movimento, lo Scherzo, anche questo come nella Nona sinfonia:  sequenze di armonie tonali e fraseggi ripetuti. Il lunghissimo e perdurante Adagio si arricchisce di tasselli tematici variopinti, lasciando trapelare un la maggiore ricco di trascendente lettura emotiva, che Giuseppe Rossi, sul suo Fazioli F278, fa risaltare con pervicacia, financo nell'altrettanto periglioso Largo che termina con una Fuga a tre voci, ristabilendo però una perfetta tonalità in si bemolle maggiore.

Pubblicato in: 
GN36 Anno XII 30 luglio 2020
Scheda
Titolo completo: 

Da Vinci Classic

LUDWIG VAN BEETHOVEN (Bonn 1770 – Vienna 1827)
Große Fuge op. 134 & Sonata Op. 106 “Hammerklavier”

Pianoforte
Giuseppe Rossi
Elisa Viscarelli

Große Fuge in si bemolle maggiore per pianoforte a quattro mani, Op. 134
Ouvertura. Allegro - Meno mosso e moderato - Allegro - Fuga

“Große Sonate für das Hammerklavier”
Sonata n. 29 in si bemolle maggiore op. 106 “Hammerklavier”

Allegro
Scherzo - Assai vivace
Adagio sostenuto. Appassionato e con molto sentimento
Introduzione - Largo. Fuga - Allegro risoluto