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Danza contemporanea. Un Trittico per Il Corpo di Ballo dell'Opera di Roma
Al Teatro Nazionale, dal 29 marzo 2011 al 3 aprile, è proseguita la stagione di balletti del Teatro dell'Opera di Roma con la serata di Danza contemporanea, in cui sono andate in scena tre creazioni di coreografi contemporanei:Virgilio
Sieni, Michele Abbondanza insieme a Antonella Bertoni e Lindsay Kemp; la recensione è riferita al 1 aprile
Il direttore del Corpo di Ballo, Micha van Hoecke, come già annunciato alla conferenza stampa di presentazione della presente Stagione, intende affiancare al repertorio classico la danza contemporanea, per ampliare le esperienze, anche come attori e interpreti, e il repertorio da portare in giro dei ballerini del Corpo di Ballo dell'Opera. Dopo la serata dedicata a Roland Petit, è riuscito a costruire un progetto di una serata di Danza contemporanea in cui sono state presentate tre coreografie, create per Il Corpo di Ballo dell'Opera, molto diverse tra loro: Ápeiron (Infinito) di Virgilio Sieni, Addio Addio di Michele Abbondanza e Antonella Bertoni e The Illusionist di Lindsay Kemp.
Ápeiron è una piéce che si sviluppa in tre movimenti successivi: Primo, solo, la spazialità lacrimosa in forma di assolo, secondo, Quintetto, la vicinanza condivisa in forma di quintetto, Terzo, solo, l'appartenente ad un tutto, ad una sola origine. La coreografia è accompagnata dalla coinvolgente musica di Arvo Pärt;che avvolge la danza di un'atmosfera intensa quasi sacrale; nel primo movimento Für Alina è stata eseguita dal vivo al pianoforte dalla brava Elena Domasheva, nel secondo c'è stato Cantus in memory of Benjamin Britten e nel terzo Festina lente, registrati.
I corpi delle ballerine, in quanto è una coreografia interamente declinata al femminile, si muovono creando geometrie in spazio reso quasi denso dai movimenti profondamente simbolici. Alessandra Amato ha trasmesso il senso di un dolore così intenso non solo con la danza ma anche con il volto quasi impietrito. Il quintetto ha, al contrario, evidenziato il muoversi insieme che sottolinea il senso del dialogo e della compassione, come ascolto e comprensione dell'altro; intensa ed espressiva l'interpretazione di tutte le ballerine Manuela Maturi, Eva Cornacchia, Michela Fontanini, Anjella Kouznetsova, Catia Passeri.
Infine nel terzo Cristina Mirigliano si è ben calata in questa coreografia in cui lentamente l'interprete si spoglia dei pesanti indumenti che la ingabbiano e del collant che nasconde il viso per liberarsi dell'inutile, del superfluo e svelare l'appartenenza ad un tutto.
Addio Addio da Alcesti coreografia di Michele Abbondanza e Antonella Bertoni, interpretata da Alessia Barberini e Mario Marozzi e accompagnata da elaborazioni sonore, è concentrata sul rapporto uomo donna. Viene analizzato, anche con ironia, l'intero rapporto fino alla conclusione, in quanto per i due coreografi ogni azione umana conduce ad un inevitabile addio.
Si ripercorrono le varie fasi dai i primi goffi approcci al sesso, dall'unione simboleggiata allusivamente dal matrimonio alla passione, vissuta in un lungo intenso bacio fino alla fine in cui il corpo della donna, come Euridice tradita dallo sguardo di Orfeo, si pietrifica, e ormai distante, estranea, l'uomo la porta in processione. Alessia Barberini e Mario Marozzi hanno dato vita alle varie fasi della coreografia aderendo con grande efficacia alla successione dei diversi stati d'animo, trasformando abilmente il movimento dei loro corpi, da goffi in plastici ed intensi.
Lindsay Kemp è tornato a Roma con un suo spettacolo dopo dieci anni di assenza; in The Illusionist, si è trasformato in un regista un po' folle che vuole far rivivere il cinema di Hollywood riproponendo alcune mitiche star da Rodolfo Valentino a Marlene Dietrich, Ginger Rogers e Fred Astaire ma anche alcuni topos del cinema come la Bella e la Bestia e Il Conte Dracula, fino a che non irrompe la realtà facendo crollare questo mondo immaginario.
Ha chiesto ai ballerini di prendersi un po' in giro, esagerando in chiave caricaturale i movimenti della danza, cosa che non è usuale per il Corpo di Ballo dell'Opera ma che, come abbiamo potuto constatare, è riuscita benissimo. Alessandro Tiburzi è stato molto efficace nel rendere con ironia il Valentino de I quattro cavalieri dell'Apocalisse (The Four Horsemen of the Apocalypse di Rex Ingram 1921).
Manuel Paruccini è stato esilarante nel ruolo de La Bestia e per una volta da cattivo si è trasformato, grazie ad un provvido intervento magico, in Principe Azzurro pronto a difendere a spada tratta La Bella, la divertentissima Claudia Marzano, svampita preda de Il Conte Dracula, un Mauro Murri adeguatamente avido di sangue, che è riuscito perfino a vampirizzare una zuccherosa Regina delle Fate, Michela Fontanini, con tutto il seguito di fatine.
La Ginger di Gaia Straccamore e il Fred di Riccardo Di Cosmo sono stati deliziosamente ironici pur nella eleganza della danza; Ginger cadrà poi anche vittima della perfida Rivale una divertente Laura Di Segni. La musica che citava celebri colonne sonore è di Carlos Miranda. Applausi hanno salutato le tre coreografie e sono stati particolarmente intensi per quella di Kemp che ha coinvolto il pubblico nel giocare insieme agli artisti in The Illusionist.