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Dark Shadows. Tim Burton e la parodia del Gothic
Maggio è un mese particolare per il cinema, perchè c'è il 65° festival di Cannes e soprattutto c'è sempre la stura per le ultime bollicine del firmamento della settima Arte. L'Italia è rappresentata da Nanni Moretti presidente della giuria e soprattutto da Matteo Garrone in concorso con Reality. Peraltro aspettavamo con ansia e trepidazione il nuovo lavoro di Tim Burton con Johnny Depp, (ottavo film insieme), ovvero Dark Shadows.
Ed è certo che il genere gotico a livello cinematografico mostra la corda per mancanza di adeguata ispirazione e qui mi spiego meglio: il nostro mostra una ragguardevole conoscenza di tutto l'inventariato gotico, romantico, vittoriano quindi l'ambient è eccellente. Gargoyles a iosa, brume, scogli scoscesi dove gli sventurati protagonisti cadono come angeli dark. E' soprattutto il décor e gli abiti di foggia alla Brummel, rasi, velluti e molto blood (sangue) sparso in tutti gli anditi.
L'inizio ricorda il Il segreto di Sleepy Hollow, poi il demiurgo Tim aggiorna la vicenda al 1972. Il treno sulle note dei Moody Blues fende la brughiera e qui gli stilemi dark vengono meno a vantaggio di una visione pop anni 70, con delle belle songs del periodo delle feste che si trasformano in happening, e dove compare Alice Cooper che fa il verso a sé stesso. Oggetti vintange dove il bel vampiro dandy Johnny, oltremodo appesantito da un trucco manierato e ormai votato a personaggi senza niente di umano, non fa altro che ripetere sempre la stessa espressione rassegnata. Barnabas è convinto di essere Depp oppure è Depp ad essere convinto di essere Barnabas?!
Forse è giunto il momento che questo sodalizio si spezzi per il bene del regista e dell'attore, gia Alice in Wonderland aveva deluso i fans, ma Dark Shadows farà di peggio. Non c'è profondità: in questo film tutto è in superfice e solo in alcune scene iconograficamente belle, dove viene dispiegato tutto l'immaginario "fantasy", e si riconosce ancora il tocco del maestro. Siamo sempre più nei paraggi della famiglia Adams più che in quella di Vampyr e Nosferatu. Per riassumere, la prima parte del film è tutta devota all'iconografia gotica, mentre la seconda diventa parodia del genere, e non sempre il regista riesce a registrare questi cambi di scena.