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Doron Music. La diabolica poesia di Paganini secondo Mario Hossen
Il cd inciso per l'etichetta svizzera Doron Music su Niccolò Paganini riguarda i Concerti per violino n.4 in re minore e n.2 in si minore con Mario Hossen, violino e la Bulgarian Radio Symphony Orchestra diretta da Valeri Vatchev. Un CD paganiniano che attirerà l'attenzione degli appassionati e che sicuramente, possiamo già anticiparlo nelle prime righe, non deluderà le aspettative.
Protagonista di questa incisione paganiniana Mario Hossen, violinista bulgaro di formazione europea con studi a Sofia, Parigi e Vienna, città nella quale attualmente risiede e che dedica da sempre una particolare attenzione e predilezione per il repertorio di Paganini, del quale ha registrato anche i 24 Capricci, oltre a frequentare con ottimi risultati il barocco veneziano di Vivaldi (sempre per la Doron scopriamo in catalogo la sua registrazione delle Quattro Stagioni).
Questo CD con i concerti di Paganini rappresenta senza dubbio una sfida ed una prova importante per il confronto immediato con celebrate registrazioni dei più grandi violinisti mondiali degli ultimi anni, sfida che Hossen affronta con la consapevolezza di possedere doti tecniche ed espressive di assoluto livello.
La storia di questi due concerti è perfettamente in linea con lo stile di vita dell'autore, una vita non certo lineare e priva di vicissitudini, una trasgressività che perfettamente incarnava la fama “diabolica” ed eccentrica del personaggio e non solo del musicista. Se il concerto n.2 è diventato celeberrimo per la presenza, nell'ultimo movimento, del rondeau con il tema della “campanella” usato anche da Liszt in un suo studio trascendentale per pianoforte, il numero 4 ha vissuto una storia particolarmente travagliata. Eseguito molto spesso dall'autore, andò in un primo momento smarrito completamente, poi venne recuperata solo la parte orchestrale ed infine, nel 1954, recuperata anche la parte solistica, restituito al gradimento del pubblico.
La scrittura orchestrale e le idee melodiche dei due concerti hanno senza dubbio un certo fascino, in aderenza con uno stile ed una cura della melodia tipiche della produzione ottocentesca italiana. Quello che però attira l'attenzione dell'ascoltatore, oggi come nel secolo XIX, è la scrittura violinistica, nella quale sono condensate tutte le caratteristiche, le malizie ed anche le difficoltà che Paganini, come mai nessuno prima di lui, aveva dimostrato realizzabili in uno strumento ad arco.
Hossen ha a nostro parere il giusto approccio con queste impegnative pagine. Le difficoltà tecniche sono superate con disinvoltura ma al tempo stesso non vogliono semplicemente ostentare solo virtuosismo. Pur con le sovrastrutture che inevitabilmente Paganini costruisce, è sempre presente una liricità ed anche, in alcuni casi, una malinconica poesia, come negli ondeggianti e sognanti adagi di entrambi i concerti.
Nei tempi estremi dei due concerti Hossen suscita nell'ascoltatore casuale l'inevitabile stupore per il repertorio di frasi elaborate, effetti di suono con flautati o armonici, note sovracute, balzati, trilli ed abbellimenti al limite delle possibilità e sempre con un controllo impeccabile dell'intonazione, esattamente quello che Paganini voleva provocare ed otteneva nei suoi contemporanei. Molto interessante a nostro parere la cadenza dello stesso Hossen per il primo movimento del concerto n.4: oltre ad esasperare, come in fondo richiesto in questo caso, le difficoltà tecniche, è presente una vena di “follia” e di imprevedibilità tecnica ed armonica prefettamente in linea con lo spirito trasgressivo e tranchant dell'autore.
La Bulgarian Radio Symphony Orchestra è diretta con sicurezza da Valeri Vatchev con adeguata cura delle dinamiche e dei contrasti presenti in partitura. Corretta la presa di suono e la presenza del solista rispetto alla massa strumentale.