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Dragon Blade. Romani sulla Via della Seta
È finalmente uscito nelle sale italiane un ambizioso kolossal reduce da un clamoroso successo. Stiamo parlando di Dragon Blade – La Battaglia degli Imperi, il grande fantasy storico prodotto da Jackie Chan (che – icona del cinema cinese – è anche attore protagonista) e diretto da Daniel Lee, che è riuscito a assemblare un cast di attori di primissimo piano, tra i quali spiccano John Cusack e Adrien Brody, interpreti di due soldati romani destinati a darsi battaglia.
Il film apre allo sguardo le pianure cinesi di duemila anni fa, che sono teatro di una guerra cruenta tra diverse tribù in lotta tra loro. A mitigare questi conflitti endemici interviene la Squadra di protezione della Via della Seta, guidata dal coraggioso guerriero Huo An.
Una legione romana in fuga – guidata dal generale Lucio – giunge in questi territori, inseguita dal feroce console Tiberio, che – con l'ausilio di 100.000 uomini – progetta di conquistare l'intera Via della Seta. La pellicola, girata con grandi mezzi produttivi, va a rinverdire un filone che negli ultimi anni ha dato film più o meno memorabili: Il Gladiatore, Troy, 300.
Sempre più il cinema si conferma la sola forma d'arte contemporanea in grado di recuperare e rinnovare l'antichissimo genere letterario.
Il film – che ha avuto un arco di produzione di sette anni – annovera tra i suoi pregi la ricostruzione meticolosa dei costumi e delle tecniche militari, che probabilmente mobilitano la curiosità anche dello spettatore più distratto.
Il grande impegno profuso nell'allestimento di sontuosissime scenografie è purtroppo controbilanciato da una certa banalità narrativa, che ha un correlato negativo in uno scarsissimo approfondimento dei personaggi, non debitamente indagati nelle loro relative psicologie.
Come spesso capita in queste pellicole dalle ambizioni sconfinate, impegnate a ripercorrere storie di intonazione epica, avvertiamo uno iato tra l'opulenza dei mezzi a disposizione e la povertà della sceneggiatura, che non riesce a far decollare le emozioni nello spettatore.
È comunque un merito del film quello di aver posto una lente narrativa su un brano di storia antica non troppo conosciuto: quello dei contrasti tra Roma e la Cina durante il I secolo avanti Cristo, ambientati nella bellissima Via della Seta, la grande arteria fra l'Oriente e l'Occidente, itinerario nello stesso tempo geografico e fantastico.