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The Dressmaker. Una stilista nel club della calunnia
Un film australiano con la splendida Kate Winslet nella parte principale e Liam Hemsworth in quella di Teddy; Judy Davis è la madre Molly - straordinaria nel suo ruolo -, con problemi di alcool e un po' folle: bastertebbe già questo trio a renderlo valido, mettiamoci pure una regia intelligente, quella di Jocelyn Moorhouse, che ha curato anche l'adattamento cinematografico della sceneggiatura tratta dal libro omonimo The Dressmaker di Rosalie Ham - in Italia è pubblicato da Mondadori -, amica della produttrice Sue Maslin, che la conosce dall'infanzia a Jerilderie.
Il film ha già e giustamente, incassato quattro premi agli AACTA Awards, gli Oscar australiani: il Premio del pubblico, Miglior attrice a Kate Winslet, Miglior attrice non protagonista a Judy Davis, Miglior attore non protagonista a Hugo Weaving. La stilista del titolo, la Dressmaker Tilly Dunnage (Kate Winslet), è appena ritornata dalle grandi sfilate di Parigi e Londra, un gusto che negli anni '50 – l'epoca in cui è ubicato il film - è ricordato con Chanel, Balenciaga, Dior. L'epoca d'oro della moda, quando le donne, anche formose come la Winslet, erano drappeggiate per mostrare i loro pregi, esaltandoli con stoffe preziose e ricami accurati.
Tilly riuscirà a cambiare solo una cosa di questo paese, di Dungatar, povero, ricco di “club della calunnia” che incolpano Tilly di un omicidio dai contorni estremamente misteriosi, di cui lei non si sente responsabile ma da cui è “maledetta”, come rivelerà a Teddy (Liam Hemsworth), il capitano della squadra di di rugby di Dungatar che s'innamora di questa conturbante stilista che a suo dire “è sprecata” (“You're wasted here”, testuale) in quel luogo chiuso nell'acredine retriva e nei pettegolezzi ancestrali. Dicevamo, gli abiti: saranno l'unica cosa che cambierà di questo posto sperduto tra spianate e rocce: rivestirà di tessuti elaborati e fluttuanti, setosi e ricamati, addirttura lo sceriffo Horatio Farrat, uno stravagante e trans Hugo Weaving, strepitoso nella sua recitazione di uno dei pochi “giusti” all'interno della comunità. Molte saranno comunque le sorprese, tra cui una stilista spuntata dal nulla a competere con Tilly: una certa grassottella Una Pleasance (Sacha Horler).
L'austriaco David Hirschfelder, già compositore delle colonne sonore di Shine ed Elizabeth, ci accompagna e tesse le note commoventi di questo viaggio.