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Effetti collaterali. Psicotropi per insider trading
L'ultimo film girato da Steven Soderbergh, Effetti collaterali, presenta un cast di tutto rispetto: con Channing Tatum, Jude Law, Rooney Mara e Catherine Zeta-Jones. Nondimeno la trama si evolve su tematiche legate da una parte all'ultima bolla bancaria dell'insider trading, che ha legami tragici e purtroppo reali con la speculazione a cavallo dell'11 settembre 2001; dall'altra allo scandaloso abuso di farmaci piscotropi negli Stati Uniti, sia a livello di impiego da parte dei pazienti, sia rispetto alla eccessive prescrizioni dei medici.
Rooney Mara alias Emily, è una giovane donna che ha il marito in galera per insider trading, e questo si capisce fin dalle prime battute: il panorama lussuoso che viene dipinto in flashback esplicita crudelmente quanto la sperequazione cavalchi una tigre di carta e si riveli poi una temibile avversaria della realtà e di una certa consapevolezza dei limiti che va di pari passo con la razionalità con cui si affronta la vita. Ben presto si scopre infatti che la depressione di Emily è dovuta proprio a questa discesa nello stile di vita, che per lei si è rivelata sconvolgente e assolutamente deleteria per una personalità già debole dall'inizio. Da qui la cura presso una psichiatra, la Dott.ssa Siebert, che poi diventa il Dott. Banks (e forse una strana ironia fa scegliere questo come cognome a Scott Z. Burns) quando si trasferisce a New York. Il bravo Jude Law quindi la cura con una serie di psicofarmaci che si arricchiscono e cambiano di nome di volta in volta, divenendo sempre più e specifici (quello per la depressione, l'altro per il sonnambulismo, quello per il nervosismo), e allungando così anche la lista degli Effetti collaterali del titolo.
Un giallo-thriller ben giocato soprattutto nella prima parte, in cui rimane alta la tensione e l'aspetto emotivo cresce nella sua dimensione, ben sottolineato dal tema principale delle musiche scritte da Thomas Newman, che ritornano in forme diversificate ma con la base dello stesso motivo principale ben scandito da xilofono e campanelli come fosse il tema inquietante di un carillon del dolore.