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Lo stesso regista di District 9, Neill Blomkamp, ha diretto questo nuovo film di fantascienza con protagonista Matt Damon versione hard body builded, con muscolacci in piena vista e corpo prostatico à la Matrix, specialmente per l'impianto cerebrale di un hard-disk. Distopia a go-go e sperequazione in un pianeta, la Terra, popolata solo di immigrati mentre la fauna umana chic vive a Elysium, stazione spaziale orbitante vicino alla Terra.

Centrale è chiaro è la distopica visione che divide i poveri dall'high-class: prima di tutto gente che lavora in fabbriche ad alto rischio di radiazioni – esattamente quello che succederà al protagonista Matt Damon è essere avvelenato da una scarica mortale che lo ucciderà di lì a pochi giorni -; lavoro sottocosto come per qualsiasi delocalizzazione odierna che conosciamo nei paesi poveri – dall'est europeo alla Cina ed ai paesi orientali spesso ex-colonie europee; nessuna cura medica se non basilare. Dall'altra parte una flora fiorente che tappezza ville e case di potentati economici vicini al governo e proprietari di quelle fabbriche dove muoiono a frotte sudamericani soprattutto, o comunque esseri umani di etnie diverse da quella caucasica: eccezione è Max, bianco, che affronterà una sfida cui è costretto suo malgrado per mutare le sorti della Terra e di Elysium. Nella parte della cattivissima Segretaria di Elysium Jodie Foster, che scatenerà killers di professione contro l'arrembaggio verso condizioni migliori di vita.

Buona la regia, la sceneggiatura, come tutte quelle recenti di film action o di fantascienza, stimolano poco cerebralmente, perfetto nella parte Matt Damon che fa convergere moltà umanità al personaggio senza toglierli la forza necessaria ad affrontare il carico di azione in cui è coinvolto e che spinge il motore del film.