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Escher. La prospettiva illusoria
Un regista olandese, Robin Lutz, dirige un film su Escher dscrivendo nel sottotitolo ciò che riassume il vero retaggio di Mauritz Cornelius Escher: la ricerca dell'infinito, attraverso il disegno grafico, ovviamente. Quindi, Escher. Viaggio nell'infinito (tit. orig.: Escher. Journey to Infinity), è un titolo che sarebbe sicuramente piaciuto anche all'autore, che scommettiamo gradirebbe nondimeno Stephen Fry come narratore di sé stesso in prima persona.
Escher (Leeuwarden, 17 giugno 1898 – Laren, 27 marzo 1972) è sicuramente fra gli artisti olandesi piu' conosciuti al mondo, sebbene lui, quando in vita seppe della sua notorietà, e del fatto che fosse oltremodo gradito ai giovani rivoluzionari degli anni '60, si stupì alquanto. Escher infatti si riteneva prima di tutto un matematico che usava la grafica per trovare la formula al suo concetto di “infinito”, riproducendolo con i mezzi che conosceva meglio.
Il profilo biografico di Escher nel film è indagato a dovere, partendo dai primi viaggi in Italia, la conoscenza di Jetta, la giovane ragazza russa che diverrà sua moglie; il lungo periodo tra la Toscana, che finirà nei suoi paesaggi come anche Ravello e la costiera amalfitana dove ha conosciuto la sua futura sposa; e poi Roma, dove risiederà fino al 1935, finché suo figlio non gli sembrerà fin troppo influenzato negativamente dal pensiero balilla che Mussolini al potere inculcava pericolosamente anche nei suoi bambini.
Il film di Lutz ha vinto il premio Crystal Film e il premio per il best film portrait (migliore ritratto filmico) al 37° International Film sur l'Art Festival di Montreal in Canada ed è molto dettagliato, avendo scelto di narrare diacronicamente le esperienze private e artistiche di Escher, dalla nascita al matrimonio, alla malattia – la moglie, instabile mentalmente, soggiornò in Svizzera durante gli ultimi anni della vita dell'artista, che non riusciva a prendersene cura -; alla tassellizzazione verso l'infinito, che lo impegnò per tutta la vita. Il passaggio matematico da una forma all'altra che venne ispirato dal matematico britannico Sir Roger Penrose, che tanto ha collaborato per la realizzazione di questo film.
Un ritratto per chi ama Escher, per chi ha visitato le sue mostre in Italia, da Roma, a Napoli, a Milano fino alla sua casa a Den Haag, bella fuori e dentro e dove si possono ammirare moltissime sue opere, oltre a dare una scorsa a come la sua stessa casa si anima con le sue illusioni prospettiche.