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Etruskey. Alla scoperta di Cerveteri
Una chiave d’accesso per la conoscenza del mondo etrusco è ora possibile a Cerveteri, una delle più affascinanti città dell’Etruria laziale, grazie al progetto Etruskey@expo2015, che permette di compiere tra luglio e settembre degli itinerari culturali, paesaggistici ed enogastronomici nell’arco di 10 weekend.
Il programma di eventi, proposto da Coopculture in occasione dell’Expo 2015, è un’azione sinergica che vede come promotori la Lega delle Cooperative del Lazio, il Comune di Cerveteri, il Consorzio Tuscia Turismo e coinvolge la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale. Come ha precisato il sindaco Alessio Pascucci, in seguito alla mostra Gli Etruschi del Mediterraneo. La città di Cerveteri, che si è svolta lo scorso anno a Parigi e poi a Roma, molto è stato fatto per la riqualificazione della necropoli della Banditaccia, con il rifacimento della strada di accesso, l’illuminaziome esterna e interna e la video sorveglianza dell’area.
Sono stati resi percorribili da pedoni e ciclisti due nuovi itinerari turistici, mentre è in fase di ripristino il sentiero di Lawrence, che prende il nome dal celebre scrittore inglese che lo ha descritto. Il museo di Cerveteri ha poi ottenuto di poter esporre i vasi di Eufronio (un cratere e una kylix rinvenuti a Cerveteri), prima conservati nel museo romano di Villa Giulia, ottenendo così un incremento notevolissimo di visitatori, affascinati dalla perizia artistica del celebre ceramista attico. Ovviamente il museo offre molti altri esempi di ceramica, come il bucchero di produzione locale, caratterizzato dal colore nero che imita il bronzo, e di statuaria, tra cui Caronte e due leoni, che erano posti a guardia di una tomba.
Grazie a Etruskey i visitatori potranno usufruire di visite guidate gratuite (è previsto solo il pagamento del biglietto d’ingresso alla necropoli e al museo), anche in lingue straniere, oltre a conferenze di approfondimento e degustazioni di prodotti tipici e vini locali. Indubbiamente affascinante è la visita della necropoli della Banditaccia, dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità, che ha restituito i celebri tumuli, monumenti funerari circolari che possono raggiungere 60 m di diametro e sono costituiti da diverse camere, scavate nel tufo, rispondenti in larga misura all’architettura e all’arredamento delle abitazioni urbane.
La tomba delle Cinque Sedie, scoperta nel 1866 dalla famiglia Castellani e poi caduta nell’oblio, prima di essere ritrovata nel 2003 (dopo essere stata liberata da un accumulo di rovi ed erbacce) dal Gruppo archeologico romano (sezione di Cerveteri), è un unicum per la presenza di alcuni elementi di arredo, ma anche la Tomba dei Rilievi è notevolissima. È prevista anche la visione di tombe normalmente non aperte al pubblico, come quelle cosiddette “del Comune”, tra cui le spettacolari Tomba dei Tarquini (o delle iscrizioni) e la Tomba dell’Alcova, che conserva sul fondo un letto funerario matrimoniale.
Le visite, partendo dalla scoperta della città negli anni ‘20 dell’Ottocento, illustrano la sua storia, il grande splendore nel VII secolo a.C., cui segue un periodo di relativa crisi intorno alla metà del V secolo a.C, quindi un rinnovamento che porta, man mano che Roma espande il suo potere nel Mediterraneo, ad una latinizzazione della città. Viene evidenziata l’importanza delle necropoli, ma anche la vita nella città dei vivi, di cui ora conosciamo alcune architetture, tra cui il frontone di un tempio proveniente dalla vigna Marini-Vitalini, e del suo porto, Pyrgi, che ha restituito i resti di due templi e le celebri lamine d’oro, rinvenute nel 1964.
Databili alla fine del VI secolo a.C., le tre lamine di Pyrgi, conservate nel Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, riportano, due in etrusco e una in fenicio, un testo di analogo contenuto: la dedica di un “luogo sacro” alla dea fenicia Astarte, Uni per gli Etruschi, da parte del re di Caere, Thefarie Velianas. Situata a 13 km circa da Cerveteri, Pyrgi si trova nella località di Santa Severa (comune di Santa Marinella), accanto al bel castello dell’XI secolo prospiciente il mare. Il castello di Santa Severa, che conserva intatto il suo borgo (splendida la chiesetta affrescata da Antoniazzo Romano), oltre a un antiquarium con sale adibite a mostre, ospita al suo interno il Museo del mare e della navigazione antica, con modelli e ricostruzioni che ci permettono di capire le capacità tecniche e le conoscenze geografiche dei Romani, e prima ancora degli Etruschi, dei Greci, dei Fenici e degli Egizi.