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Evolution. Riflessi di bellezza sulle punte
Una serata di gala ed eleganza alla Cavea dell’Auditorium Parco della Musica Roma: Alessandra Ferri ha presentato Evolution la sera del 30 luglio, un concerto di danze da Ashton fino a Twyla Tharp, passando per coreografie molto recenti come quella di Alan Lucien Øyen e Christopher Wheeldon. Prodotto e distribuito da International Music and Arts, presentato da Daniele Cipriani Entertainment, in collaborazione con Fondazione Musica per Roma e con il sostegno di Invitalia, lo spettacolo ha unito il mito di Alessandra Ferri, unica prima ballerina assoluta della Scala al Principal Dancer dell'American Ballet, Herman Cornejo.
Una stella italiana che ha avuto un successo internazionale soprattutto di matrice anglofona, Alessandra Ferri, con il Royal Ballet di Londra dal 1982 al 1985; il lunghissimo periodo tra le fila dell'American Ballet, dal 1985 al 2007, per ben ventidue anni; e per finire la Scala di Milano dal 1992 al 2007, in un volo sulle punte tra New York e Milano.
Alessandra Ferri conosce l'argentino Cornejo sulle punte: Martha Clarke la chiama per la parte di di Léa in Chéri (tratto dal romanzo di Colette), a New York, (ricordate il film di Scorsese? Una storia simile si è svolta nella realtà, con la storia d'amore tra Alessandra ed Herman fra cui esiste una notevole differenza anagrafica, e che sono partner nella professione e nell'amore) e subito l'intesa è stata fortissima dal punto di vista professionale, lui, già affermato, e dalle plurime conquiste sul palco, non è da meno, medaglia d'oro a Mosca nel 1997, fa parte del Ballet Argentino di Julio Boca, ed entra nel 1999 nell'American Ballet, diventandone Principal Dancer nel 2003.
Aprendo le file con Rhapsody di Ashton, coreografia poco rappresentata in Italia e le musiche di Sergei Rachmaninoff, Rhapsody on a Theme of Paganini, Alessandra Ferri ed Herman Cornejo traducono sulle punte la levità di un pas de deux raffinatissimo, quanto l'episodio finale di Le Parc con cui chiuderanno la serata: protagonisti della coreografia di Angelin Preljocaj, come di un incontro reale in un luogo inusitato e quasi pastorale. Sulla musica di Sinatra e le coreografie di Twyla Tharp, forse è più a suo agio Cornejo, lei vola sulle classicità della Manon del Marinskij o dell'Arcimboldi.
L'altro pas de deux di Alessandra Ferri è stato con Craig Hall, del New York City Ballet, in cui lui, porteur d'eccezione, la solleva sulle note tintinnabulari di Arvo Pärt, con Spiegel im Spiegel, nella coreografia di Christopher Wheeldon, intitolata After the Rain.
Notevole la coreografia di Alan Lucien Øyen ed il costume di Stine Sjøgren per Sinnerman, danzato da un entusiasmante Daniel Poretto (Russell Maliphant Company) sulla celebre canzone di Nina Simone: dardeggianti le luci di Martin Flack proiettate su questa tuta fantascientifica di paillettes, rifrangente nel brillare della Cavea.
Altrettanto stimolanti il Trio da Awáa di Aszure Barton e la musica originale di Curtis MacDonald cin Jonathan Alsberry, William Briscoe, Jeremy Jae Neal, che fanno coppia con l'altro trio più sensuale e nude look di Pacopepepluto, coreografia di Alejandro Cerrudo e brani di Dean Martin e Joe Scalissi, con Johnny McMillan,Tobin Del Cuore e Jonathan Fredrickson. Tobin Del Cuore (Lar Lubovitch Dance Company) danza da solo su Mariner con coreografia di Kate Skarpetowska e i barocchismi di Georg Friedrich Händel, dopo aver fatto coppia con Craig Hall in Duet from Concerto Six Twenty Two cpn le coreografie proprio di Lar Lubovitch. Un rifrangersi continuo di bellezza sulle punte.