Supporta Gothic Network
La Famiglia Fang. Performance di Famiglia
Certo una strana famiglia quella che ha ideato Kevin Wilson per il suo bestseller omonimo The Family Fang: A Novel del 2011, tradotto da Fazi in Italia. Dentro il libro una “weird family”, appunto uno “strano o strambo” nucleo parentale con due figli che nel film di Jason Bateman sono rispettivamente intepretati da lui stesso nella parte di Baxter Fang, il figlio di Caleb e Camille Fang; mentre Nicole Kidman riveste il ruolo di Annie.
I performer genitori, i Fang, coinvolgono i loro figli nelle loro interazioni col pubblico qualunque che diventa parte integrante dello spettacolo, uno in particolare che riassume tutto il senso del film: Annie canta “kill all parents”, uccidi tutti i genitori, strimpellando la chitarra in un parco e la gente si fa intorno ed applaude. Intervengono Caleb e Camille fingendosi pubblico ed incitando i bambini a smettere l'orribile performance, sia per la pessima esecuzione musicale sia per i testi feroci contro i genitori. Alché il pubblico li attacca e gli distrugge financo la telecamera, come se qualsiasi cosa che facciano i bambini debba essere approvata, delineando la mostruosa ipocrisia stereotipata della gente. Sicuramente i bambini, come sembra esplicitare il senso finale del film, hanno bisogno di semplicità e non di essere coinvolti in espressioni artistiche così iconoclaste, però quello che mi chiedo alla fine, e che Caleb riassume con la battuta al vetriolo seguente:
“I genitori danneggiano i figli. I miei genitori hanno danneggiato me, i suoi genitori hanno danneggiato lei. Se avrete bambini, li danneggerete. È quello che fanno i genitori. E allora?"
Ecco, in fondo questa è una grande verità, inoppugnabile. E' chiaro che “non solo” li danneggiano, ma è insito nella vita essere “danneggiati”, non del tutto, chiaramente, un pò. In fondo quello che ha scelto di fare Chris Burden come performance in Shoot il 19 novembre 1971 (si è fatto sparare al braccio dal suo amico Bruce in una galleria d'arte, N. d. R.) che è citato nel film, è proprio questo: autodanneggiarsi, avocarsi quel diritto che è inconsapevolmente e nolentemente conferito dal primo vagito, la possibilità di essere danneggiati.
La felicità e l'assenza di problemi non sono garantiti in questa vita, a prescindere. Questo sta dicendo il film ed i Fang hanno deciso di sondare tutte le frontiere di quelli che sono i divieti e le censure umane e globalmente accettate, soprattutto nella società americana. Un film che fa riflettere, prodotto dalla stessa Kidman che qui abbiamo potuto vedere in una particolare interpretazione insieme a Bateman. Tutto molto autentico ed interessante, dopotutto, nessuno sceglie i propri genitori, così come loro non scelgono i propri figli.