Supporta Gothic Network
Fasti Verolani. La fiaba del teatro di strada
I Fasti Verolani hanno invaso anche quest'anno il placido comune di Veroli (Frosinone) in Ciociaria dal 31 luglio al 3 agosto per ammantare di fiabe di strada i viottoli di questo medioevo incantato a festa. I direttori artistici, di provenienza toscana - sono Alberto Masoni e Alessandro Gigli, da cinque anni con Terzostudio - hanno implementato per questa XV edizione, una touche artistique e professionale che la ricca cittadina si merita.
Gli spettacoli, in maggioranza itineranti, che si sono offerti alla nostra vista, sono multisensoriali, e prevedono tutti un utilizzo dello spettacolare scenario urbano che si offre ai visitatori, con due luoghi clou della cittadina, appena restaurati: il Chiostro Agostiniano e il Monastero di Sant'Erasmo. Nel cortile interno di quest'ultimo abbiamo potuto assistere ad uno degli spettacoli più suggestivi: Teatri35 ha messo in scena Per Grazia ricevuta, una kermesse di tableaux vivants veri e propri, con la partecipazione di tre attori: due uomini e una donna hanno fatto rivivere i quadri di Michelangelo Merisi detto Caravaggio. Da Giuditta che taglia la testa ad Oloferne, al Fanciullo con canestro di frutta, alla stupefacente Crocifissione di San Pietro all'ingiù, fino alla Deposizione di Cristo e Marta e Maria Maddalena. Abbigliati di tre colori fondamentali, rosso, bianco e nero, i tre attori sono riusciti a far risuonare di plastica bellezza lo sfondo naturale del Monastero, che negli altri suoi luoghi si è trasformato in un affascinante “albergo diffuso” visitabile dagli avventori dei Fasti.
Intanto ci prendeva per mano, durante il nostro percorso, una magnifica e altissima Fata della Luce: il Teatro di Legno ha messo in scena Lumi di Fata, uno spettacolo di luce che avvolgeva con un manto di luci kaleidoscopiche i sentieri di Veroli ed i suoi viandanti, illuminando i sogni dei suoi sorrisi abbaglianti e acclaranti.
Saliamo verso Sant'Erasmo ed incontriamo un nugolo di fanciulle armate di archi: violini, viole, violoncelli e percussioni: siamo di fronte alle Alchimie Musicali che, anche loro itineranti, offrono un concerto da camera “in movimento”, suonando in piedi e danzando a ritmi vivaci come una marchin' band. Colorate di antico ed un pizzico di punk: nero, rosa fucsia e bianco i colori che si stagliano sulle gonne di fine Ottocento, o sui tulle che gonfiano le loro gonne, mentre il pubblico le segue stupito e ammirato dalla verve che prodigano energeticamente.
L'ultimo spettacolo, - ce n'erano molti altri ma ci siamo voluti soffermare su tre in particolare che ben rappresentano l'impegno per far crescere il festival in senso artistico - è quello della compagnia Takabum, un ensemble di ottoni e percussioni, un cosiddetto Giardino sonoro in movimento – itinerante anch'esso – che attira, sui gradini del Duomo di S. Andrea a Piazza Mazzoli (la piazza principale di Veroli), una moltitudine di ragazzi a ballare ai ritmi del jazz americano più sfrenato, il versamte swing, insieme a pezzi conosciutissimi della canzone italiana con un tocco funky inebriato dai rigogliosi girasoli che spuntano dai loro cappellini neri.
La fine di un percorso che ci ha visto, noi giornalisti, tutti uniti nel MediaVillage, posto vicinissimo a Palazzo Filonardi dove alloggiavamo e lavoravamo, nei luoghi di un antico convento con intatta la Madonna nera nella cappella ed un dipinto su legno dei primi del Quattrocento: cornice deliziosa per conoscere gli artisti che ci facevano compagnia e che avremmo visto nella notte dei Fasti che si accendeva ogni sera all'alzarsi della luna.