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Favola. Transgender in una black comedy dell'ambiguità
Come un fiore non colto, un giglio, il fiore più antico di tutti, si presenta Favola di Filippo Timi, e così sono i gigli che tappezzano i costumi firmati da Fabio Zambernardi – Design Director di Miu Miu e Prada -, simbolo di castità ed innocenza, o meglio di quel venire alla vita che si attuerà in un percorso articolato nel film diretto da Sebastiano Mauri.
Sold out in teatro negli anni precedenti, al Franco Parenti di Milano, la black comedy firmata e voluta da Timi, si concede al grande schermo solo per tre giorni, dal 25 al 27 giugno prossimi, come un evento distribuito da Nexo Digital, per coinvolgere il grande pubblico.
Il film è un'apoteosi del kitch a livello visivo e volutamente: le scenografie incredibili di Dimitri Capuani fanno il paio con l'arredo di Alessia Anfuso, baroccamente anni '50, tipicamente americano, colori che si scontrano, camini ed archi dalla forma che ricorda la casa dello “hobbit”, moquette dappertutto, sono il calibrato contraltare delle mise di Timi vestito da Mrs Fairytale (Favola, appunto), con stampe a gigli con abnormi pistilli dall'ovvio richiamo sessuale.
Perfetta la parte della casalinga frustrata Mrs Emerald di Lucia Mascino, che è il giusto contraltare della fervida e monoliticamente repressa Favola/Mrs Fairytale, che non si accorge minimamente oppure fa finta, delle sue derive sessuali con Glenn, Ted e tutti gli altri uomini che girano per casa sua sotto le fattezze di Luca Santagostino. Cameo incredibile per Piera degli Esposti nella parte di una repressiva ed oppressiva Mother.
Un mix transgender che mantiene dall'inizio alla fine la tensione e l'ambiguità, in un trasparire molto recondito di alcune sottovesti che rivelano sessi nascosti, come desideri repressi, per rivelarsi solo alla fine un camouflage perverso perché lascia trasparire doppi sensi che comunque non vengono risolti in bianco e nero, ma solo adombrati. Un film dalle mille sfumature di senso, misterioso e tattile nel suo dirimersi in una trama che ondeggia tra giallo e scoperta di sé.