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La favorita. Morbosità British secondo Lanthimos
Si può realizzare un film storico in cui le vicende private e gli intrighi di corte lasciano sullo sfondo gli eventi della grande storia, della storia "evenemenziale" per eccellenza? Risposta: sì, se il film riguarda personaggi che non hanno mai raggiunto la dimensione "cosmico-storica" propriamente detta. È il caso de La favorita di Yorgos Lanthimos, ambientato nell'Inghilterra dei primi anni del XVIII secolo, impegnata in una guerra con la Francia di Luigi XIV (la cosiddetta Guerra di successione spagnola), ma senza prenderla troppo sul serio, visto che l'aristocrazia pensa piuttosto alle corse delle anatre e alla degustazione dell'ananas.
A regnare è Anna Stuart (Olivia Colman), succeduta a Guglielmo I d'Orange, che era stato intronizzato dopo la Gloriosa rivoluzione del 1689. È una regina fragile e malata, che siede sul trono mentre a governare effettivamente è la sua favorita Lady Sarah Churchill (Rachel Weisz), la quale si prende altresì cura della cattiva salute e del temperamento volubile della sovrana. Ma quando arriva a corte l’affascinante Abigail Masham (Emma Stone), le cose prendono un'altra piega.
A differenza di altri film storici ambientati nella Gran Bretagna dei secoli d'oro (ad es. Elisabeth di Shekhar Kapur, con Cate Blanchett e Richard Attenborough), lo spettatore qui non viene "guidato" nella contestualizzazione storica precisa, sicché l'ambientazione nel XVIII secolo la si può ricavare solo dagli sfarzosi costumi e dall'arredo degli interni, un po' come nel celebre Barry Lyndon di Stanley Kubrick.
Pochi in effetti sanno della fase di transizione dalla dinastia degli Orange a quella degli Hannover sul trono inglese, che vede un ritorno degli Stuart con un complesso intreccio di parentele e di fallimenti dinastici. Anna Stuart nacque il 16 febbraio 1665 come la secondogenita di Giacomo Stuart, duca di York che salì al trono come poi Giacomo II nel 1685, primo e unico re cattolico d'Inghilterra) e di Anna Hyde, morta precocemente. Dopo aver peregrinato con la sua famiglia fra l'Olanda e la Scozia, Anna sposò, nel 1683, Giorgio di Danimarca: è in questo periodo che la futura regina, alla ricerca di un'affettività che il marito non poteva darle completamente, si legò strettamente a una delle sue dame, Sarah Churchill, che acquistò grandissimo influsso su di lei, grazie al suo carattere violento e autoritario. Cosa che non bastò a placarla per le disgrazie familiari, dalla morte precoce di un figlio e due figlie all'aborto di altri due possibili eredi.
Nel 1688, dopo lo scoppio della celebre Bloodless Revolution, sul trono d'Inghilterra ascese lo Stadhouder d'Olanda, Guglielmo d'Orange, che aveva sposato una sorella di Anna, Maria Stuart (che era anche sua cugina): La rottura aperta avvenne nel 1692, quando il marito di Sarah, John Churchill, divenuto duca di Marlborough, fu licenziato dal re perché accusato di complottare a favore dello spodestato Giacomo II; ma le relazioni ripresero dopo la morte di Maria, nel 1694, quando Guglielmo III si riavvicinò ad Anna. L'8 marzo 1702 ala morte del re Anna gli succedette, rimanendo sul trono dodici anni, che segnarono un momento glorioso nella storia d'Inghilterra, suggellato dall'Unione con la corona di Scozia nel 1707.
Ma di tutti questi importantissimi avvenimenti nel film non trapela che una pallida eco, dato che tutto ruota intorno alla rivalità tra lady Sarah Churchill e la sua protegée di un tempo, la nobile decaduta Abigail Masham: costei alla lunga si rivela un’arrampicatrice sociale che tenta di soppiantare a ogni costo Sarah nel cuore della regina, malata di gotta e bisognosa di affetto: in effetti, ormai Sarah sente di essere una vera luogotenente, che deve aiutare la regina negli impegni politici internazionali, sicché lascia una breccia aperta nel canale da lei creato con la sovrana: breccia in cui si insinua Abigail, che diventa la vera confidente della sovrana, in un intreccio di relazioni morbose (soprattutto in chiave lesbo), in cui perfino gli animali domestici (in particolare i conigli) vengono quasi allontanati dalla compagnia della regina. Inoltre, gli sforzi di Sarah per controllare la regina sono vanificati da Robert Harley, deputato dei tories che, in quanto proprietario terriero, si oppone al raddoppio delle imposte sulla proprietà per finanziare le spese di guerra.
Il regista Lanthimos gioca liberamente con gli eventi esterni, ma senza quasi uscire dalle mura del Palazzo Reale, sicché il film sembra quasi una "farsa da camera da letto" dalle conseguenze globali, in cui il potere politico si coniuga con la seduzione erotica. Anche le lotte tra i whigs e i tories, per la prima volta configurati quasi come odierni partiti politici, echeggiano quasi senza conseguenze nelle stanze regali, mentre un contatto traumatico con il mondo esterno è offerto dall'incidente di caccia in cui Sarah Churchill caduta da cavallo viene quasi sequestrata dai tenutari di un bordello.
Le attrici si sono immedesimate perfettamente nelle loro parti: Olivia Colman (Golden Globe per The Night Manager), nei panni della regina, sa ottimamente combinare l’aspirazione allo stile e il desiderio di pathos. Rachel Weisz (Sarah Churchill) sa interpretare adeguatamente il personaggio nel suo essere dispotica e sgradevole oltre ogni limite, ma è capace di mantenere la propria dignità anche in circostanze avverse. Emma Stone come Abigail Hinn mostra invece come si possa interpretare una personalità ambivalente in cui regnano in contrasti, come quello tra un pragmatismo sottile e scaltro, frutto di un'esistenza piena di avversità, e la capacità apparentemente illimitata di essere seduttiva ed affascinante. Ci ha infine colpito la colonna sonora, in cui, oltre alla consueta musica barocca, compaiono, con un anacronismo che ricorda l'uso di Schubert in Barry Lyndon, il secondo tempo del Quintetto per pianoforte e archi op. 44 di Robert Schumann, il secondo tempo del Trio op. 2 e la Sonata per pianoforte D 960 di Franz Schubert.