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Tradizionale ed atteso evento del Festival della Valle d'Itria, giunto quest'anno alla quarantunesima edizione, è l'attribuzione del “Premio Celletti”, conferito ogni anno a prestigiosi protagonisti del mondo della musica e della lirica nel ricordo del grande musicologo e didatta già direttore artistico del Festival.

Destinataria in quest'occasione del Premio il soprano Luciana Serra. Già inserita a pieno merito nello star system internazionale, nel 1989 debuttò a Martina Franca, così come spesso accaduto con altri importanti nomi della lirica internazionale, nei Capuleti e Montecchi, con Alberto Zedda. Sempre con Zedda fu protagonista nel 1981 nel Fra Diavolo e nel 1982 di uno splendido concerto nell'atrio del Palazzo Ducale accompagnata da Leone Magiera. Non potendo essere presente alla serata, Luciana Serra ha voluto comunque in un video ringraziare per l'attribuzione del premio, ricordando con parole affettuose la figura umana e lo spessore artistico di Rodolfo Celletti. L’albo del premio annovera grandi nomi della lirica quali Daniela Dessì (2011), Paolo Coni (2012) e Lella Cuberli (2013), Alberto Zedda (2014). Il premio consiste in un dipinto del pittore Nicola Andreace.

Domenica 19 luglio 2015, nell'atrio del palazzo Ducale, ha fatto da splendida cornice al conferimento del premio Celletti un concerto con arie d'opera diretto dalla prestigiosa bacchetta di Giuseppe Grazioli ( è ancora vivo il ricordo della sua direzione della splendida Napoli milionaria di Rota) alla guida in questo caso dell'Orchestra ICO della Magna Grecia di Taranto. Protagonisti il soprano Carmela Remigio ed il tenore Michael Spyres, con un programma che ha proposto celebri arie di Rossini, Bellini e Donizetti oltre a due sinfonie d'opera ed alla suite di Britten “Soirées musicales” su temi rossiniani.

Programma articolato, interessante e molto piacevole. Dopo la sinfonia del Turco in Italia di Rossini, Michael Spyres ha subito messo in evidenza le proprie doti nell'interpretazione dell'aria del Barbiere “Cessa di più resistere...” nella quale ha affrontato con stupefacente disinvoltura i virtuosismi vocali della parte, mettendo in luce, per chi ancora non avesse avuto occasione di ascoltarlo, la duttilità, l'estensione e l'assoluto dominio tecnico della propria vocalità.

La Sinfonia della Norma e le arie “Ah tanto duol” da Bianca e Fernando, ancora con lo stupefacente Spyers e l'immortale “Casta diva” dalla Norma hanno trasportato il pubblico nell'universo melodico belliniano, ed in particolare modo nella celeberrima aria: interpretata con grande partecipazione da Carmela Remigio, ha suscitato consensi e calorosi applausi del pubblico.

Con l'esecuzione dell'interessante Suite di Britten su temi rossiniani, così come nelle due sinfonie d'opera, sono emerse alcune sbavature nell'orchestra in alcune sezioni, che possono forse essere giustificate per le difficoltà che possono sorgere in una location particolare come l'atrio del Palazzo Ducale, nel quale bisogna essere in qualche modo “abituati” a suonare ed anche per  l'anomala alta temperatura ed umidità. In ogni caso la Suite di Britten ha per così dire preparato gli ascoltatori alla parte del programma dedicata, appunto, a Rossini ( ma in un così ricco florilegio di arie celebri non poteva mancare un omaggio a Donizetti con “Piangete voi” da Anna Bolena) con  le arie “Mentre qual fiera ingorda” da Zelmira e “Non proseguire comprendo” da Ermione con la quale i due protagonisti, duettando, hanno splendidamente concluso la serata deliziando il pubblico con un'esecuzione raffinata e curatissima nel fraseggio delle due parti.

Calorosi applausi e chiamata in scena per Giuseppe Grazioli, che si auspica possa ancora protagonista in futuro al Festival, e per i due solisti che, come ormai tradizione al Festival, hanno regalato un'altra splendida serata al folto pubblico presente.