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Giovanni Boldini alla Venaria tra cinema e liberty
Fino al 28 gennaio le Sale delle Arti della reggia di Venaria propongono un omaggio ad uno dei più importanti ritrattisti italiani di fine Ottocento, se non il più importante, Giovanni Boldini. La mostra si inserisce e nei festeggiamenti per i dieci anni della riapertura della reggia di Venaria e in un percorso di riscoperta dell’arte dell’Ottocento, e segue le mostre su Giovanni Boldini già realizzate al China World Art Museum di Pechino, all’Ermitage di San Pietroburgo e al Vittoriano di Roma.
L’esposizione comprende oltre cento opere del maestro ferrarese, protagonista della Belle Epoque, e le affianca con due percorsi che ricostruiscono l’epoca, il primo con spezzoni di film muti a cura del Centro sperimentale di Cinematografia, l’altro con oggetti di stile liberty e floreale. Inoltre i quadri sono messi a confronto con quelli di altri maestri come Telemaco Signorini, Cristiano Banti, Giuseppe de Nittis, per ricostruire una stagione di arte italiana amata ed apprezzata anche all’estero.
Boldini partì negli anni Sessanta dell’Ottocento dalla natia Ferrara e visse tra Firenze, Londra e Parigi, distiguendosi per quadri vivi e sensuali, realistici e celebrativi in particolare dell’universo femminile, raffigurando in particolare le signore della borghesia imprenditoriale e non solo.
Tra le opere in mostra, ci sono capolavori assoluti da scoprire e riscoprire, come La tenda rossa, Signora che legge, Ritratto di signora in bianco con guanti e ventaglio, Mademoiselle de Demidoff oltre al celeberrimo ritratto di Donna Franca Florio, immagine guida del tributo a Boldini.
I quadri provengono da importanti musei internazionali, come il Musée des Beaux Arts di Tours, la GAM di Torino, Villa Grimaldi di Genova, la Galleria Restivo di Palermo, il Museo nazionale di Capodimonte e da varie collezioni private.
Il percorso è organizzato in quattro, si parte dalla giovinezza a Firenze durante la quale Giovanni Boldini fu influenzato dalla corrente dei Macchiaioli, poi si arriva a Parigi, luogo del suo grande amore per la modella Berthe, da lui raffigurata in vari quadri, si passa al suo interesse per la vita contemporanea e la modernità, poi ai ritratti di donne durante la Belle Epoque, le sue opere più importanti e con cui è entrato nella Storia dell’Arte. In mostra trovano spazio alcune lettere inedite di Giovanni Boldini in cui parla di vita e arte.