Globe Theatre. Romeo e Giulietta fedele al testo

Articolo di: 
Giuseppe Talarico
Romeo e Giulietta al Globe

Al Globe Theatre di Roma a Villa Borghese, con la regia di Gigi Proietti - di recente all'Auditorium Parco della Musica con una full immersion nelle sue produzioni più acclamaye - dal 16 settembre fino al 2 ottobre 2016, il dramma per antonomasia sull'amore: Romeo e Giulietta di William Shakespeare nella traduzione di Angelo Dallagiacoma, con Matteo Vignati e Mimosa Camperoni nelle due parti principali e nella parte di Mercuzio Alessandro Averone.

Nella letteratura occidentale il mistero dell’amore è stato indagato ed esplorato in diverse opere letterarie. I personaggi di queste  opere, che svelano la dimensione misteriosa e inafferrabile dei sentimenti umani, per il loro valore simbolico e universale sono divenuti degli archetipi in cui tutti si riconoscono. Didone, nel IV libro dell’Eneide, si suicida, in preda alla disperazione, mentre Enea l’abbandona; Paolo e Francesca, nel V canto dell’Inferno di Dante,  raccontano come la loro storia d’amore abbia avuto inizio; Orfeo e Euridice, separati per sempre, perché Orfeo non resiste alla tentazione di rivolgere il suo sguardo verso il volto di Euridice, e questa, per volontà degli dèi, ricade per sempre nel mondo dell’Ade e dei morti. Romeo e Giulietta, personaggi inventati dal grande Bardo inglese, rappresentano tragicamente il modo in cui la passione travolgente e incontrollabile, che unisce una donna e un uomo in un vincolo affettivo profondo, possa generare disperazione e morte, nei casi in cui i giovani, come ha notato Gigi Proietti nella nota di regia alla sua versione di questo spettacolo, non siano accompagnati dagli adulti a superare la linea d’ombra e a divenire responsabili e maturi.

In questo spettacolo, il cui allestimento colpisce lo spettatore per la presenza di alcuni elementi innovativi voluti da Gigi Proietti, viene mostrato come i sentimenti determinano la natura di ogni persona umana e la sua vita. Nella prima scena compare il Principe di Verona, il quale, in presenza dei disordini provocati dalla spirale di odio e vendetta che vede contrapposte le due fazioni nella città, i Capuleti e i Montecchi, esorta i suoi cittadini alla calma e alla pace, minacciando di ricorrere alle maniere forti verso chi metterà a rischio  la serenità e l’ordine pubblico con scorrerie e azioni violente.

Nella seconda scena compare un gruppo di giovani, impegnati a discutere di una festa che sta per avere luogo nella casa di Capuleti. Romeo apprende che si tratta di una festa in maschera, alla quale potrà partecipare, anche se appartiene alla famiglia dei Montecchi. In questo luogo Romeo, essendo un giovane educato e per bene, viene accolto con grande cortesia dal padre di Giulietta. La festa culmina in una serie di balli, accompagnati con la musica rap dei nostri tempi, una trovata scenica per rivelare allo spettatore la eternità dei sentimenti, che non mutano la loro natura misteriosa, visto che riguardano la sfera interiore di ogni persona, al di là delle epoche storiche.

Il conte Paride è un gentiluomo di buona famiglia ed, essendo attratto e innamorato da Giulietta, si presenta di fronte ai genitori della giovane donna per chiederla in sposa. Intanto, nei luoghi di ritrovo con i sui amici, Romeo coltiva il suo sogno d’amore, aiutato dal suo amico Mercuzio, che in uno splendido e profondo monologo chiarisce e spiega il mistero dell’amore. Infatti, in questo monologo, afferma che la regina di Mab, all’origine dei desideri umani, si poggia invisibile sull’animo umano, sconvolgendolo e facendogli provare la mancanza di ciò che non possiede. È indimenticabile e più volte rappresentata al teatro e al cinema la scena in cui Romeo, in preda all’estasi mentre trasognato contempla dalla strada il volto di Giulietta affacciata al balcone, ascolta le parole pronunciata dalla  giovane donna con lo sguardo illuminato da una luminosità seducente e miracolosa, la quale   gli promette un amore eterno, capace di sfidare il tempo e la malvagità umana.

Nel tentativo di favorire la riconciliazione tra le due famiglie, i Capuleti e i Montecchi, frate Lorenzo decide di unire in matrimonio Giulietta e Romeo. Questo disegno si rivelerà ben presto illusorio e irrealistico, perché i conflitti tra le due fazioni nella città di Verona proseguiranno, fino al duello in cui Tebaldo, esponente dei Capuleti, uccide Mercuzio, amico personale di Romeo. Romeo, sopraffatto dalla disperazione e posseduto dall’impeto vendicativo della voglie di rivalsa, sfida a duello Tebaldo, che viene ucciso. Il principe di Verona, come apprende la notizia del duello, nel corso del quale Romeo ha ucciso Tebaldo, decide di condannare all’esilio il responsabile di questo delitto. Romeo è costretto a lasciare Verona e a rifugiarsi nella città di Mantova.

Intanto, nella casa di Capuleti il padre impone a Giulietta di prendere come suo marito il conte Paride, altrimenti la ripudierà e priverà dei sui diritti di figlia. In questo contesto frate Lorenzo, vista la disperazione di Giulietta, ricerca e trova uno stratagemma singolare e sorprendente. Giulietta dovrà bere una sostanza per simulare e fingere di essere morta, sicché si sottrarrà all’obbligo di sposare il conte Paride, che non ama e per il quale non prova alcun sentimento. Frate Lorenzo scriverà una lettera a Romeo, per informarlo che trascorsi alcuni giorni, nella cappella mortuaria dei Capuleti, Giulietta si risveglierà e ritornerà in vita. Purtroppo questa lettera, per una serie di circostanze sfavorevoli e imponderabile, non perverrà mai a Romeo, il quale è inconsapevole che Giulietta si è finta morta per non tradire il suo amore.

In questo caso nello spettacolo viene mostrato come l’uomo non si può opporre al suo destino, in quanto non sempre è capace di governare e orientare lo sviluppo delle vicende umane. Giunto nella cappella di Capuleti, Romeo, disperato e sgomento, vede il corpo di Giulietta giacere privo di vita e pensa che sia morta. Una disperazione sconvolgente e terribile  gli invade l’animo, inducendolo a  suicidarsi. A sua volta, Giulietta, dopo avere riacquistato la coscienza, si accorge, sconvolta e angosciata, che Romeo è morto suicida, e per questo si toglie la vita, conficcandosi un pugnale nel petto. Dopo che si è consumato tragicamente il destino dei due giovani amanti, vittime innocenti dell’odio che ha separato le loro famiglie per tanto tempo, i rispettivi genitori, commossi e pentiti,  decidono di porre fine ai conflitti e dichiarano di volere erigere un monumento che ne ricordi il sacrificio e la breve e sfortunata esistenza. Uno spettacolo dal ritmo incalzante, con un allestimento scenico sobrio e fedele al testo di William Shakespeare

Pubblicato in: 
GN41 Anno VIII 30 settembre 2016
Scheda
Titolo completo: 

Globe Theatre - Roma

Romeo e Giulietta
di William Shakespeare
Dal 16 settembre al 2 ottobre 2016
regia di Gigi Proietti
traduzione di Angelo Dallagiacoma
Prodotto da Politeama Srl

Interpreti
(in ordine alfabetico)
Mercuzio ALESSANDRO AVERONE
Giulietta MIMOSA CAMPIRONI
Balia FRANCESCA CIOCCHETTI
Capuleti MARTINO DUANE
Paride DIEGO FACCIOTTI
Frate Lorenzo GIANLUIGI FOGACCI
Montecchi ROBERTO MANTOVANI
Donna Capuleti LOREDANA PIEDIMONTE
Benvolio GUGLIEMO POGGI
Principe RAFFAELE PROIETTI
Tebaldo MATTEO MILANI
Romeo MATTEO VIGNATI

Gregorio, Clown NICOLA ADOBATI, Sarta LARA BALBO, Sansone LORENZO GRILLI, Sarta CARLOTTA GRAVERINI, Antonio LORENZO LUCCHETTI , Abramo, Lo speziale FRANCESCO SFERRAZZA PAPA, Guardia Principe FRANCESCO MASTROIANNI, Paggio Mercuzio SEBASTIAN MOROSINI, Donna Montecchi VALERIA PALMA, Baldassarre STEFANO PATTI, Frate Giovanni MATTEO PROSPERI, Guardia Principe SIMONE RUGGIERO

CORO
REGISTA ASSISTENTE
Loredana Scaramella

COSTUMI
Maria Filippi

SCENE
Fabiana Di Marco

CONTRIBUTI MUSICALI
Roberto Giglio

DISEGNO LUCI
Umile Vainieri

PROGETTO FONICO
Franco Patimo

MOVIMENTI DI SCENA
Alberto Bellandi