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GOG di Genova. L'Arca musicale di Holliger con Camerata Bern e Carolin Widmann
Splendido concerto a Genova, al Teatro Carlo Felice, nell'ambito della Stagione 2012 2013 della GOG. Lunedì 19 novembre il grande Heinz Holliger, vorremmo scrivere il leggendario, alla guida della Camerata Bern e con la partecipazione della straordinaria violinista Carolin Widmann, ha regalato agli appassionati genovesi un concerto che sarà ricordato.
Chi scrive appartiene alla generazione di musicisti che dall'adolescenza in poi ha vissuto con una sorta di venerazione l'ascolto delle registrazioni di Holliger, rimanendo ogni volta stupefatto per le interpretazioni del repertorio oboistico, la straordinaria cura e bellezza del fraseggio, la serenità e la gioia che traspare e viene trasmessa da ogni sua esecuzione.
Tutte caratteristiche confermate dal concerto genovese, che ha proposto un programma solo in apparenza agli antipodi per scelta del repertorio, saltando dal barocco ai nostri giorni, ma che in realtà ha trasmesso agli ascoltatori, per l'eccezionale perizia non solo dei solisti ma anche degli ottimi elementi della Camerata Bern, forti emozioni per ogni brano eseguito.
La Camerata Bern: ci dispiace notare come nel programma di sala non fossero menzionati i nomi dei componenti, che avrebbero meritato, per la conosciuta bravura, anche la citazione personale. Già dall'inizio del concerto, con l'inconfondibile e sotto certi punti di vista ardito barocco di Zelenka, con il Concerto ad 8 concertanti in sol maggiore, è emersa con prepotenza la versatilità del primo violino e l'impeccabile esecuzione e presenza del fagotto, che insiemi agli altri componenti hanno intessuto con il loro “faro” Holliger dialoghi ora serrati, ora poetici, svelando le ammalianti figurazioni e contrappunti del grande Boemo.
Puro godimento l'esecuzione del bellissimo concerto per oboe d'amore il la maggiore BWV 1055 di Bach, tanto amato dagli appassionati grazie anche alle registrazioni dello stesso Holliger e nel quale le caratteristiche sopra citate di naturalezza ma al tempo stesso di grandissima cura nel fraseggio e nei colori hanno deliziato gli ascoltatori. Il gioioso primo movimento, il meditativo largo ed il ritmico terzo movimento si sono svelati con limpida chiarezza nell'esecuzione di Holliger.
Dopo due esempi così significativi del barocco tedesco, lo struggente Concerto funebre per violino ed archi di Hartmann (1905/1963), scritto in prima battuta nel 1939 con successive modifiche, che ha messo in luce le straordinarie doti della solista Carolin Widmann al violino, protagonista di un'interpretazione intensa e drammatica, ha anche evidenziato la capacità dell'ensemble di passare senza problemi dal repertorio barocco alla musica dei nostri giorni, proponendo una varietà infinita di colori e perfetta sincronia nella realizzazione delle dinamiche, e totale controllo di ogni problema tecnico, in un affascinante tappeto sonoro dal quale emergeva lo splendido suono del Guadagnini 1782 della Widmann.
All'inizio della seconda parte, altro momento di grande emozione con l'omaggio ad Elliot Carter, scomparso all'inizio di novembre all'eta di 103 anni, con l'esecuzione di due suoi brani per oboe solo dedicati ad Holliger, di grande difficoltà e magnificamente eseguiti ed interpretati. Altrettanto affascinante il brano “Meta Arca” per ensemble d'archi composto quest'anno da Holliger, che pur utilizzando il linguaggio della musica del nostro tempo ha dimostrato come sia possibile costruire composizioni che per raffinatezza e sobrietà possono colpire ed essere apprezzate anche dal pubblico meno esperto.
In una sorta di chiusura del cerchio, il programma è stato concluso da due composizoni di J.S.Bach: la brevissima ma vera e propria preghiera in musica rappresentata dalla Sinfonia dalla Cantata BWV 21, con uno straordinario dialogo fra il violino e l'oboe concertanti, ed il celebre concerto per violino ed oboe in do minore BWV 1060, per l'esecuzione del quale è tornata sul palcoscenico Carolin Widmann per raccogliere, al termine dell'entusiamante esecuzione, i meritati applausi e le ripetute chiamate in scena che il pubblico genovese ha tributato a lei, al grande Heinz Holliger, quasi intimorito nella sua semplicità e riservatezza per l'entusiasmo del teatro, ed alla Camerata Bern.