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Green Manor. Delitti in edizione deluxe
Si hanno presenti quei libri antichi e poderosi, con copertine rigide e aria vissuta, che ogni tanto si trovano sulle bancarelle dei libri usati o nelle librerie antiquarie, con un prezzo non certo popolare? Ecco, Green Manor, nuovo titolo Bao, traduzione di uno dei più grandi successi francesi del fumetto di qualità dell’ultimo anno, richiama proprio questo e indubbiamente la scelta di riproporre la stessa veste grafica dell’edizione di lusso d’oltralpe è interessante e coinvolgente, e immerge bene nell’atmosfera della storia, anzi dell’insieme di storie, racconti thriller sul modello delle narrazioni d’appendice d’epoca, trasposte in disegni che esaltano intreccio e atmosfere.
Scritto a quattro mani da Fabien Vehlmann, ai testi, e Denis Bodart, ai disegni, Green Manor porta nell’Inghilterra vittoriana, serbatoio di immaginari e storie, dove sono nati i generi letterari come li conosciamo oggi, giallo in testa, e dove è sempre bello ritrovarsi, soprattutto quando l’insieme non è banale e scopiazzato, pur riproponendo vari archetipi della narrazione gialla, delitti perfetti, tradimenti, stanze chiuse, scambi di persona, furti, vendette a distanza di anni e altro ancora.
Il Green Manor è un club dove si incontrano vari gentlemen per raccontare storie di delitti perfetti, ma non sono storie inventate, ma veri e propri atti compiuti da insospettabili, e che vengono raccontati in un flash back da uno di loro rinchiuso in un manicomio, in una sorta di cornice narrativa che rievoca i gialli ma anche classici immortali come Chaucer e Boccaccio. Un viaggio nell’abisso dell’animo umano, che rievoca il perché della nascita del giallo in poi tutte le sue declinazioni, thriller, noir, gotico, come ricerca della verità ma anche come rappresentazione di cosa può nascondersi dietro la rispettabilità della facciata e quali problemi pongano le città, che proprio nell’Ottocento, soprattutto in Gran Bretagna, ebbero il primo capitolo della loro storia contemporanea.
Un’opera venata di humour nero, con un disegno che reinterpreta la Londra dell’epoca e i suoi splendori e miserie, con echi della narrativa dei penny dreadful ma soprattutto una cura narrativa e di immagine che stupisce. Green Manor è un’opera che si rivolge ai cultori del giallo e dell’epoca vittoriana, agli amanti delle belle storie disegnate senza preconcetti, a chi pensa che il fumetto possa raccontare tutto e sia un medium colto senza essere noioso, e non ultimo ai bibliofili e ai cultori di belle edizioni, vista la sua presentazione. Un’ennesima conferma dell’interesse della Bao a proporre storie disegnate di livello, e del grado ormai di maturità e di qualità del genere fumettistico raggiunto anche nel nostro Paese, con uno sguardo verso i luoghi, come la Francia, dove è arte già da tempo.