’Na storia paesana all’ombra de Garibbardi: Camicie Rosse a Velletri!

Articolo di: 
Stefano Coccia
Garibaldi, nipote copia 3.jpg

Negli ultimi mesi il Teatro Nuovo di Velletri si è segnalato tra le realtà più interessanti e vitali dell'hinterland capitolino. E lo ha fatto mescolando sapientemente, nella calendarizzazione degli eventi, suggestioni contemporanee e spunti che rimandano invece al passato, alle tradizioni locali, alla grande Storia. Per quanto riguarda “l'attualità” fa fede, ad esempio, Il nero non sfina di Sara Ceracchi, giovane autrice, capace di dar voce attraverso il suo humour brillante, salace e dissacrante alle tante aporie del mondo moderno, a partire magari da quel “Moloch” soffocante che il cosiddetto “politically correct” incarna ogni giorno di più.

Di questo spettacolo si è fatta esperienza diretta a marzo. Ma ai primi di luglio proprio Sara Ceracchi, come a incarnare quel fecondo “bipolarismo” riscontrato nel teatro stesso, ci ha regalato anche una commedia in dialetto larianese, 'O posto fisso, da lei scritta e diretta per valorizzare la verve che il padre Luigi Ceracchi e la compagnia teatrale cui appartengono, “O Stegnarello”, già da svariati anni portano in scena.  Qui ci si è potuti gustare, in platea, una sarabanda indiavolata, che affonda le sue radici nella parlata locale, in storie di paese e nel clima dell'Italia post-bellica.

Ma molto più indietro nel tempo si va con lo spettacolo cui abbiamo assistito sabato 30 novembre, replicato poi il 1° dicembre sempre alle 21! Di scena stavolta un'altra compagnia, ‘A Matticella, che già si era cimentata al Teatro Nuovo di Velletri con la grande Storia, portando in scena la scorsa primavera ‘A Battaglia de Marino; e che vi ha fatto ora ritorno grazie a un altro e più ambizioso show, ’Na storia paesana all’ombra de Garibbardi, sempre ricamato su inflessioni dialettali ma coraggiosamente votato a fondere tra loro la farsa e il musical, costumi degni di una rievocazione storica e gag da avanspettacolo. Scritta e musicata da Gianmarco Casentini ed Andrea D’Annibale,  diretta sempre da Gianmarco Casentini, con le scenografie del Maestro Sergio Gotti ed i costumi di Wilma Salustri, questa scanzonata Commedia Musicale Dialettale in 3 atti narra in modo spumeggiante la storia vera di due coniugi “velitèrni” (ossia velletrani, stando alla denominazione tradizionale) la cui primogenita Isabella venne alla luce il 18 maggio 1849, ossia il giorno prima della battaglia svoltasi a Velletri tra l’esercito borbonico di Re Ferdinando II e le truppe Repubblicane e Garibaldine, capitanate da Giuseppe Garibaldi, a difesa della II Repubblica Romana.

Tre atti all'occorrenza “cantati”. Non sempre con voce intonata, tocca dirlo, ma con genuina e popolaresca baldanza. Soprattutto tre atti densi di eventi, di sketch talora irresistibili in un idioma che, anche quando non lo si comprende del tutto, si fa capire ugualmente. E tra situazioni farsesche che riguardano i più umili della società di allora, si fa strada pure qualche sprazzo di satira, bonaria ma a volte anche pungente, nei confronti di chi alla vigilia dello scontro (e le cannonate si fanno udire anche in sala) incarnava il Potere o indossava comunque una divisa: il Papa più volte evocato, l'ufficiale borbonico spavaldo e profittatore, il classico “zì prete” del posto più interessato ai prosciutti che a battezzare una bimba, gli stessi garibaldini non immuni a tratti da un fanatismo eccessivo.

Tra continui colpi di scena, goliardiche trattative per ottenere più vinello dal contadino di turno, accenni di dramma e riappacificazioni “a tarallucci e vino”, come si suol dire (e tanto il vino qui torna sempre, lo avrete senz'altro intuito), il così folto cast dello spettacolo ha buon gioco nel non far annoiare mai i presenti, circostanza anche questa da rimarcare, considerata la durata non certo esigua della pièce.  E alla fine della fiera sarà proprio lui a dire l'ultima parola: Giuseppe Garibaldi! Con un'aria inizialmente solenne, ma alla fin fine non del tutto insensibile, al pari del parroco testé citato, ai prosciutti e ai bicchieri di vino che i paesani posso offrire...

E di ciò nessuno si scandalizzi. Anche perché, con grossa sorpresa del pubblico velletrano, finito lo spettacolo è stata condotta sul palco una pronipote del Generale (dal ramo corrispondente al figlio Menotti), se la memoria non ci inganna Costanza Samuelli Ferretti Ravizza Garibaldi, la quale ha voluto congratularsi con gli autori e con tutti gli interpreti, per come è stato ricordato questo episodio della vita del “nonno”. E complimento migliore di questo, per la compagnia, non vi poteva certo essere!

Pubblicato in: 
GN8 Anno XVII 27 dicembre 2024
Scheda
Titolo completo: 

Teatro Nuovo di Velletri
30 novembre - 1° dicembre 2024
Compagnia Teatrale ‘A Matticella
'Na storia paesana all’ombra de Garibbardi

Spettacolo scritto e musicato da Gianmarco Casentini ed Andrea D’Annibale
Regia: Gianmarco Casentini
Scenografie del Maestro Sergio Gotti
Costumi di Wilma Salustri