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I guardiani del destino. L'effetto farfalla del libero arbitrio
Questo lungometraggio di George Nolfi, per la prima volta nel ruolo di regista, presenta agli spettatori un giovane determinato e con progetti di rinnovamento di nome David Norris (Matt Damon), candidato alle elezioni per la carica di Senatore dello stato di New York. Le statistiche e la quantità concreta di persone che lo sostengono manifestano come queste stiano procedendo a suo favore, ma una foto scandalistica scattata la sera prima delle votazioni pubbliche ne determina la sconfitta.
Poco prima della fine della campagna elettorale, però, David incontra casualmente una ragazza di nome Elise (Emily Blunt) e tra i due, dopo alcuni minuti di conversazione, nasce subito una forte sintonia, che provoca il tono “illuminato” del suo discorso di chiusura. Lei, da quel momento, entra prepotentemente nei pensieri di David, quando invece questi erano stati da sempre occupati dal lavoro e dall'interesse per la politica.
Alcuni mesi dopo, i due si incontrano di nuovo su un autobus, cosa che non sarebbe mai dovuta accadere. Norris non avrebbe dovuto rivederla per non sapere ciò che sarebbe accaduto, qualche minuto dopo, al di là del velo della realtà. In quel modo non avrebbe modificato il “piano”. L'unico modo per far proseguire il cammino del destino e rispettare il misterioso “piano”, secondo le esigue informazioni che gli uomini vestiti di nero – agenti “dietro le quinte del presente” – gli concedono di sapere, è che lui non debba rivedere Elise e che non riveli mai a nessuno la verità che gli era stata in parte rivelata.
Gli anni passano e David prosegue nel percorso della vita con la consapevolezza che tutto sta andando come altri hanno stabilito, ma allo stesso tempo incapace di dimenticare davvero Elise. Una fortuita casualità, però, lo porta a rivederla e lui, non volendo più perderla, agisce in modo tale da modificare in prima persona il “piano”, descritto in un misterioso libro, innestando un “aggiustamento” dell'inarrestabile succedersi della realtà da parte dei guardiani del destino, che già la prima volta lo avevano minacciato che, se fosse di nuovo uscito dal percorso stabilito, gli avrebbero tolto la memoria. Si genererà così un “effetto onda” dei mutamenti degli avvenimenti in corso, proprio per impedire ai due di stare insieme. Si tratta del cosiddetto "effetto farfalla" dell'omonimo The Butterfly Effect, film di fantascienza del 2004 diretto da Eric Bress e J. Mackye Gruber, tratto dal racconto di Ray Bradbury, A Sound of Thunder (Rumore di tuono), che ha dato il nome alla teoria. Un altro film notevole che approfondisce l'argomento ponendo ulteriori questioni, anche sugli universi paralleli, è Donnie Darko (2001) di Richard Kelly.
Tutto sembra trovarsi, quindi, nelle mani dei guardiani – persone o forse angeli – in grado di controllare la realtà e indirizzare la vita degli individui, spingendoli ad agire sulla base di un piano scelto da un'entità misteriosa e superiore, a cui tutti devono attenersi. Il motivo di questa determinazione, come verrà spiegato a David, è quello di impedire agli individui, che nel corso della storia così facilmente si sono lasciati trascinare dal potere e da scelte individualistiche – tanto da provocare due conflitti mondiali e frequenti stati di guerra – di cadere di nuovo in condizioni simili solo per uno spregiudicato egoismo nel condurre l'esistenza.
Ma – escludendo i riferimenti alla storia che sempre fanno riflettere – il punto sta proprio qui: perché è così importante attenersi al piano? La vita è allora solo una sequenza di accadimenti che avvengono sulla base di un disegno predeterminato?
Un film che, con questa coinvolgente storia di un'amore ostacolato da un destino, in apparenza incontrovertibile, non fa che sottolineare invece come ciò che rende tutti gli uomini veramente se stessi è il libero arbitrio, la possibilità di essere artefici in prima persona della propria vita, credendo fermamente nei propri desideri e scelte.
I guardiani del destino, tratto da un racconto di Philip K. Dick del 1954, Squadra riparazioni (Adjustment Team), non solo si presenta come una storia densa di tensione emotiva, alimentata da una serie di verità sul reale spiegate solo in parte, ma lascia anche allo spettatore la possibilità di riflettere e di attribuire rilievo al concetto filosofico – morale espresso già anticamente dalla locuzione latina homo faber fortunae suae (l'uomo è l'artefice della propria sorte, di Appio Claudio Cieco).