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Guercino. Capolavori da Cento e da Roma
La mostra, Guercino. Capolavori da Cento e da Roma, che è iniziata il 16 dicembre 2011 e si concluderà il 29 aprile 2012, ha inaugurato il nuovo spazio dedicato alle esposizioni temporanee al piano terra di Palazzo Barberini, nell'ala una volta occupata dal Circolo Ufficiali dell'Esercito Italiano.
Questo nuovo spazio costituisce con i suoi 1000 mq. la seconda grande sede espositiva del polo museale romano dopo quello di Palazzo Venezia. Acquisito, dopo lunghe e contrastate vicissitudini, è stato completamente restaurato e si è dimostrato perfettamente funzionale alla mostra, permettendo una adeguata fruizione delle opere esposte. L'esposizione è stata curata da Rossella Vodret - direttrice della Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Roma- e da Fausto Gozzi- direttore della Pinacoteca Civica di Cento.
La mostra, che si avvale delle opere conservate nei musei e nelle collezioni di Roma e di Cento, nonché del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno, ripercorre il cammino artistico di Francesco Barbieri, detto il Guercino (1591-1666), uno dei grandi protagonisti del Seicento italiano, nato e vissuto nella città di Cento, attivo a Roma tra il 1621 e il 1623 e dal 1642 a Bologna dove morì. Questa esposizione è anche un omaggio a a Sir Denis Mahon, recentemente scomparso e che durante la sua vita centenaria ha a lungo studiato il Guercino.
Sono esposte trentasei opere realizzate dal grande artista che ne evidenziano l'evoluzione artistica durante la sua lunga vita. Per la documentazione dell’attività dell’artista il Libro dei conti di Casa Barbieri, dove sono state registrate le commissioni ricevute e i rispettivi guadagni e le spese di casa di tutti gli anni di Bologna, dal trasferimento nella città nel 1642, e pure di gran parte degli anni di Cento, è uno strumento prezioso in quanto è una testimonianza degli ultimi trentasette anni della vita del pittore. Per la fase giovanile e la prima maturità, lasciate scoperte dal Libro dei conti, si sono rivelate particolarmente utili le incisioni, tratte dai dipinti di Guercino, eseguiti in quegli anni, realizzate a bulino, fra il 1618 e il 1631, da un suo collaboratore di Cento, Giovanni Battista Pasqualini (1595-1631), autore di una serie numerosa di lastre, di cui la maggior parte sono custodite alla Pinacoteca civica di Cento e nella Raccolta d’Arte della Fondazione Cassa di Risparmio di Cento.
L'esposizione segue l'ordine cronologico con affreschi e dipinti che cominciano dal 1613 e che evidenziano il suo straordinario e precoce talento. Se i primi dipinti risentono dei pittori della scuola ferrarese, come Ippolito Scarsella (1551-1620) e Carlo Bononi (1569-1632), poi si manifesta potente l’influsso dell'arte di Ludovico Carracci. Lo splendido azzurro dei cieli e la corposità delle nubi, la dolcezza dei volti femminili e dei bimbi ci mostra inequivocabilmente l'influenza del pittore bolognese. Se Un miracolo di San Carlo Borromeo( 1613-14) è rivelatore nella cura dei particolari nel realismo di una scena domestica, La Madonna col Bambino in gloria, San Pancrazio e una santa monaca (1615-1616) e la Madonna della Ghiara con San Pietro, San Carlo Borromeo, un angelo e un donatore (1618) sono una tangibile testimonianza dell'influsso di Carracci.
Il pittore bolognese, del resto riconobbe immediatamente il talento del giovane Guercino e in una lettera del 1617 scrisse «Qua vi è un giovane di patria di Cento che dipinge con tanta felicità di invenzione è gran disegnatore e felicissimo coloritore, e mostro di natura e miracolo da far stupire a chi vede le sue opere non dico nulla e fa rimanere stupidi li primi pittori».
Di particolare interesse l'esposizione delle due versioni autografe, del San Girolamo che sigilla una lettera, quella di Palazzo Patrizi e la replica di Palazzo Barberini che testimoniano l'esistenza di repliche autografe come dimostrò Rossella Vodret nel 2000 quando le presentò a Padova. Le due superbe tele in cui risalta prepotentemente, sullo sfondo di un cielo azzurro, il busto nudo e possente del santo testimoniano l'influenza della pittura di Michelangelo e un talento straordinario non solo nel disegno ma anche per il colore che culmina nel rosso del manto di Girolamo. È presente anche un'altra copia autografa di Erminia ritrova Tancredi ferito.
Tra 1621 al 1623 il pittore arrivò a Roma chiamato dal papa bolognese Gregorio XV Ludovisi, il quale insieme al nipote, il cardinale Ludovico, divenne il suo principale mecenate. Tra le opere più importanti realizzate a Roma la decorazione della volta della sala principale al pian terreno del Casino Ludovisi, in cui Guercino rappresentò l’Aurora, e, nella sala corrispondente al piano nobile, la Fama, l’Onore e la Virtù; questa è forse la prima opera eseguita da Guercino a Roma. La tela gigantesca di Santa Petronilla sepolta e accolta in cielo, pensata per la Basilica di San Pietro e oggi alla Pinacoteca Capitolina, è il capolavoro realizzato durante il soggiorno romano e segna il passaggio alla maturità dell'artista; di questa opera in mostra è presente il bozzetto.
Nel 1623 il papa suo protettore e mecenate morì e così Guercino ritornò a Cento, il cambiamento di stile dovuto anche l'influenza di Caravaggio e dell'ambiente romano sono testimoniati anche da opere successive al suo ritorno. Di questo periodo sono in mostra tra le altre il San Luca e il San Matteo, (Galleria Nazionale d’Arte Antica) provenienti dalla collezione Barberini, parte di una serie di dipinti raffiguranti i quattro Evangelisti, il Ritorno del figliol prodigo (Galleria Borghese) portato a termine intorno al 1627-28 e il Ritratto del cardinal Bernardino Spada (Roma, Galleria Spada) eseguito nel 1631. In queste opere si può notare l'efficacia della rappresentazione dei soggetti e la bravura come ritrattista che si manifesta nell'espressione dei volti.
Trasferitosi a Bologna nel 1642 dopo la morte di Guido Reni, nei i quadri di Guercino di questo periodo splendono la maestria nel disegno, i lussureggianti colori e la raffinata ed elegante composizione, semplificata rispetto a quella della Santa Petronilla di Roma. Tra le opere legate a questa fase del percorso artistico sono esposte: la fascinosa Cleopatra davanti a Ottaviano Augusto della Pinacoteca Capitolina, il drammatico Saul contro David di Palazzo Barberini e la Diana cacciatrice trionfante nella sua splendida giovinezza nell'ultima sala di questa mostra antologica e molto interessante.