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Harmonia Mundi. Il Caro Sassone di Händel con Lucy Crowe
Il CD Harmonia Mundi “Il caro sassone – Händel in Italy” vede protagonista la voce angelica di Lucy Crowe, supportata da The English Concert diretto da Harry Bicket. La successione di arie che compongono una serie di brani vocali composti dal “Sassone” durante il suo soggiorno italiano, in particolar modo a Roma ospite del Marchese Ruspoli, introduce perfettamente l'ascoltatore nel clima e nella timbrica del melodramma barocco, nel quale “l'aria” rappresentava il momento nel quale l'autore esprimeva al meglio le proprie capacità espressive e di sfruttamento delle caratteristiche della voce umana.
Saremo di parte, ma l'ascolto di un bel CD di musica barocca è decisamente terapeutico per rasserenare la mente e farci rilassare, creando uno spazio personale nel quale possiamo lasciare fuori dal nostro mondo la negatività nella quale troppo spesso, contro la nostra volontà, ci troviamo immersi.
Händel ci ha abituato all'ascolto di straordinarie arie virtuosistiche, destinate ad essere eseguite dai migliori castrati dell'epoca, nelle quali lo sfoggio dell'abilità dell'interprete nelle agilità e coloriture nella scrittura era ai massimi livelli. Va subito precisato che in questo CD non prevale nella scrittura vocale il virtuosismo, ma non si tratta di un difetto, anzi. La maggior parte delle arie esaltano la capacità dell'interprete, la straordinaria Lucy Crowe, a tessere con eccezionale cura ed efficacia, le inconfondibili linee melodiche haendeliane.
Fra le molte, due arie sono particolarmente conosciute per la loro bellezza: “Ah crudele, e pur vai” dall'”Armida abbandonata” e “Lascia la spina”, dal “Trionfo del tempo e del disinganno”, che è conforme, cambiando solo nel testo, alla celebre “Lascia che io pianga” dal “Rinaldo”, secondo una consuetudine tipica del periodo. Già solo l'ascolto di questi due brani e dell'interpretazione della solista giustificherebbero l'acquisto del CD, ma ovviamente, vista la magica sintonia fra interprete ed ensemble, il The English Concert condotto con mano sicura da Harry Bicket, dischiude anhce nelle altre tracce un magico mondo.
Si diceva prima della scarsa presenza di brani virtuosistici. Scarsi ma non assenti. L'ascolto di “O voi dell'incostante” dall'Armida Abbandonata o di “Barbaro non credi” da Clori Tirsi e Fileno, classica aria di furore nella quale il dialogo con il violino concertante raggiunge altissimi livelli espressivi, o anche della trionfante “Disserratevi, porte dell'averno” da La Ressurrezione, mettono in luce la totale padronanza tecnica della splendida voce della Crowe, in quest'ultima aria in perfetto parallelismo con l'oboe rivaleggiando ad armi pari.
All'interno di questo straordinario florilegio musicale, tre brani solo strumentali: la Sonata dal Delirio Amoroso, la Sonata da Tu fedel? Tu costante? e l'Andante dalla Sonata a 5 HWV 288, tre momenti nei quali viene sottolineato, nel caso fosse necessario ricordarlo, il fascino della produzione strumentale del “Sassone”, con un'esecuzione impeccabile che mette in risalto l'abilità dei componenti del The English Concert.