Herbert per Adelphi. Dopo la tempesta, il poeta

Articolo di: 
Carlo Taddeo
Zbigniew Herbert

Durante il secolo scorso, la Polonia ci ha abituato a ottimi poeti. A lungo, abbiamo considerato le letterature dell’Europa Centrale (e non Europa dell’Est, come molti erroneamente credevano), come appendici o letterature “minori”. Da Czesław Miłosz a Tadeusz Rosewicz, da Wisława Szymborska a Zbigniew Herbert, invece, il Novecento è stato un secolo d’oro per la poesia di questo paese, come dimostra l'ultimo volume pubblicato da Adelphi per le poesie di Herbert: L'epilogo della tempesta.

Herbert nacque nel 1924, a Leopoli (L'viv, oggi Ucraina) e morì nel 1998 a Varsavia. La famiglia, profondamente influenzata dalla cultura europea, gli trasmise un grande amore per lo studio e un gusto raffinato. D’altro canto, la sua scrittura – di alta qualità classica e talentuosa - gli garantì una grande popolarità nel suo paese.
Nello stesso tempo, Herbert fu poeta impegnato e partecipe. Già, durante la Seconda Guerra Mondiale, quando i sovietici invasero la città dov’era nato, egli organizzò una associazione per aiutare i propri compatrioti deportati in Siberia. In seguito, a Cracovia, studiò lettere e, a Torun, filosofia con Henryk Elzenberg.

Il poeta polacco, al di là delle formule con le quali si è tentato di classificarlo e chiuderlo in un comodo recinto, è stato una personalità poliedrica. Fino al 1989, Herbert si era caratterizzato per una scrittura densa di riferimenti mitologici che fungevano da lettura allegorica della realtà. E tuttavia, i suoi strali contro il regime erano sempre stati espliciti e diretti. Successivamente, dopo il 1989 (ciò è ben visibile in questa raccolta), si era soffermato su una analisi inquieta della propria vita interiore. A tale proposito, citiamo alcuni versi: “Padre degli dei e tu Hermes mio patrono/ho dimenticato di chiedervi – e adesso è tardi -/ un dono grande/ e così imbarazzante come una preghiera”: questo regalo è la memoria. La poesia è figlia della memoria, dice in un verso. Questa è fedeltà alla propria storia personale – come si ricorda nella postfazione – e alla storia collettiva di tragedie e sofferenze.

Herbert ha anche creato un suo personaggio, il signor Cogito. A partire dal 1974 è presente in ogni sua raccolta e ritorna anche in queste poesie. Parente del Monsieur Teste di Valéry e del Plume di Michaux, egli rappresenta la passività e l’inoperosità che scivola sui confini delle cose e rimane nell’astrattezza del mentalismo.

Intellettuale profondamente impegnato contro l’uniformità e la massificazione, ha partecipato attivamente al movimento Solidarnosc. Ha vissuto e insegnato all’estero. Questo volume segue la raccolta Rapporto dalla città assediata, sempre pubblicato da Adelphi, nel 1993.

Pubblicato in: 
GN6 Anno IX 9 dicembre 2016
Scheda
Autore: 
Zbigniew Herbert
Titolo completo: 

L’epilogo della tempesta. Poesie 1990-1998 e altri versi inediti, Adelphi, Milano 2016, pp. 180 (Collana Biblioteca Adelphi)