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IF Invasioni dal Futuro. Il Lunario degli ultracorpi
Giunto alla seconda edizione ed approdato nella cornice a mezzaluna dell'Auditorium Mecenate a due passi da Santa Maria Maggiore per l'Estate Romana, IF Invasioni (dal) Futuro, si è presentata ai nostri occhi in un turbinio di immagini tali da farci immergere nelle miriadi di copertine di Urania come in un teatro Imax, a mezzaluna, circondati dalle stelle e dagli alieni. Dall'8 al 12 settembre questo “lunario” avveniristico ha ricoperto di raggi da altri mondi l'Auditorium romano facendolo risplendere di luci dall'altrove immaginato dalla fantascienza.
Apertosi con Astronave 51 tratto da Philip K. Dick l'8 settembre, la kermesse fantascientifica ha proseguito con i Canti della mutazione il 9 settembre: il progetto, a cura di lacasadargilla/Lisa Ferlazzo Natoli, Alessandro Ferroni, Alice Palazzi, Maddalena Parise e Simona Patti è stato siglato da Vinicio Marchioni come partecipazione straordinaria, ma ha dimostrato fin da subito una organizzazione ben strutturata in ogni suo elemento, a partire dalle voci di tutti i narratori, Simone Castano, Tania Garribba, Arianna Gaudio, Fortunato Leccese, Alice Palazzi e Roberta Zanardo; le percussioni di Gianluca Ruggeri ed il clarinetto e sassofoni di Gabriele Coen hanno fornito l'ambientazione sonora attenta agli stimoli degli altri pianeti.
La stessa struttura narrativa, ovvero la scelta consecutiva di cinque racconti che partono dalle “termiti” di Arthur C. Clarke “I prossimi inquilini”, per finire con La formica elettrica di Dick, narra una storia nella storia, costruendo un mosaico di racconti che offrono il non plus ultra delle accezioni della fantascienza: dalla drammaticità dell'inizio, alla filosofia nascosta nel racconto delle cattedrali costruite dagli alieni in Dei mortali di Orson Scott Card; fino alla scomparsa della realtà in soggettiva della “formica elettrica” di Dick.
Nella mezzaluna romana si manifestano astronavi, cieli, mondi, pianeti che illuminano le pareti di immagini fra anni '50 e '70, richiamando la comparsa di una nuova specie superiore agli esseri umani, le “termiti” di un famoso episodio di Ai confini della realtà – straconosciuta ed eccellente serie di telefilm “colti” tratti da racconti di Matheson come di Clarke appunto, e molti altri più o meno noti a cavallo tra fantascienza e horror – come le cattedrali per i nuovi Dei scelti dagli alieni, i “Mortali”. L'ultimo racconto di Dick, che termina in una pioggia di stelle, si illumina della percezione della realtà, soggettiva per tutti, ancor di più per le cosiddette “formiche elettriche”, sorta di androidi molto raffinati, che anticipano il più noto Blade Runner (Titolo originale di: Do the androids dream of electric sheep?, 1968).