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Interstellar. La fantascienza adulta di Nolan
È stato uno dei film evento del 2014, senza particolari anticipazioni, appartenente ad un genere come la fantascienza di cui spesso viene celebrato il funerale, ma che riesce sempre in un modo nell’altro a risorgere dalle sue ceneri. Interstellar, diretto da Christopher Nolan, mescola l’attualità del tema della distopia, l’utopia negativa, stimolato da situazioni attuali non certo rassicuranti ma già presente durante la guerra fredda, a quello dei viaggi nel cosmo, che ultimamente non incontravano più molti consensi.
Il film racconta alla fine due storie: quella di Cooper, astronauta diventato contadino per colpa della piaga che devasta la Terra, il quale torna nello spazio per una missione forse senza ritorno organizzata dalla NASA, ormai segreta, in cerca di un pianeta abitabile; e quella di sua figlia Murph, bambina ribelle e intelligente, che cresce con una linea temporale diversa dal padre perduto nello spazio, diventando la scienziata che salverà il genere umano.
Interstellar, paragonato da alcuni a 2001. Odissea nello spazio e a Solaris, riporta la fantascienza ad una dimensione adulta, e non solo di mero intrattenimento, con una storia complessa, che dura quasi tre ore, e che si ispira ad un trattato scientifico reale, scritto dal fisico Kip Thorne sulla possibilità dei cosiddetti wormholes, buchi nel cosmo per accelerare i viaggi, partendo dalla teoria della relatività di Einstein, che potrebbero forse un domani risolvere anche nella vita reale alcuni problemi logistici e di tempo per i viaggi nell’universo.
Sarà una coincidenza, ma mentre nello spazio vero c’è la prima donna italiana, anche in Interstellar le donne sono grandi protagoniste di un genere considerato spesso a torto solo maschile e maschilista: la cosmonauta e biologa Amelia, che cerca di coniugare cuore e ragione tra mondi che fanno solo sperare una possibile abitabilità, e la scienziata Murph, che crescerà e invecchierà lontana da quel padre che non ha voluto salutare quando è partito ma che in qualche modo è rimasto in contatto con lei, sono due figure a tutto tondo e interessanti, valore aggiunto di un film che punta su una trama avvincente e dove non ci sono tempi morti malgrado la lunghezza; uno dei suoi temi portanti è l’amore, inteso come rapporto tra le generazioni, perché sono un padre e una figlia a creare problemi al genere umano, Amelia e il suo genitore, ma saranno un padre e una figlia, divisi da dimensioni e tempi diversi, Murph e Cooper, a salvare tutti.
Oltre a questo, interessanti anche un paio di velate critiche alla società attuale: da un lato alla mentalità antiscientifica e complottista che non vorrebbe l’uomo essere mai andato sulla Luna, dall’altro ai poteri forti che vogliono imporre alle persone come vivere e che lavori fare, il tutto chiaramente esasperato in una società resa chiusa e reazionaria da problemi ambientali e economici, che non sembrano poi così lontani dall’oggi.
Il cast vede nomi illustri come il veterano e sempre bravo Michael Caine e la carismatica Anne Hathaway, ma i due grossi personaggi e interpreti sono Matthew McConaughey, Cooper, che quest’anno ha avuto la sua consacrazione con l’Oscar per Dallas Buyers Club, e Jessica Chastain, Murph da adulta, lontana dal padre e impegnata nella sua battaglia.
A questo punto resta da vedere se ci sarà un nuovo boom della fantascienza, Star Wars a parte, atteso certo ma non unico emblema di un genere che può essere, e Interstellar lo dimostra, anche molto altro.