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Io, Leonardo. La sintesi straordinaria di arte e scienza
Il film con protagonista Leonardo Da Vinci e Luca Argentero nei panni del genio toscano, esce il 2 ottobre e con l'occasione il Polo Museale Regionale della Lombardia insieme a Sky Arte ha organizzato quattro aperture straordinarie e gratuite del Museo del Cenacolo Vinciano da ottobre 2019 a gennaio 2020. Io, Leonardo, prodotto da Sky e Progetto Immagine, con la distribuzione di Lucky Red, fa parlare ed agire in prima persona Leonardo attraverso i quattro periodi clou della sua vita.
Il primo periodo lo vede bambino e adolescente presso la bottega del Verrocchio, dove lo ha mandato il padre, anche se figlio illegittimo: nacque nel paesello di Anchiano il 15 aprile 1452 ma presto si spostò, dai Medici, poi da Ludovico Il Moro (Sforza); un tratto di strada lo fece al servizio del sanguinoso Cesare Borgia; da Pier Soderini a Firenze e di nuovo a Milano da Charles d'Amboise ed infine invitato dal Re di Francia Francesco I.
“La natura è nipote della scienza e parente di Dio”: Leonardo proferisce questo motto, tra gli altri nel suo Codex Atlanticus, raccolto e conservato da Francesco Melzi, la piu' grande collezione dei suoi scritti autografi, e lo scrive soprattutto per registrare quel che lui, non avendo avuto una vera cultura classica, impara dalla natura, e dall'esperienza. Anche se piu' avanti riuscirà a leggere i Trattati sull'architettura di Giovan Battista Alberti, dovrà sempre sperimentare e molte delle sue invenzioni provengono dai suoi fallimenti. Tutte le macchine da guerra, come le bombarde, o i carri armati, costruiti per Ludovico Il Moro, furono fatti con quel bronzo con cui lui aveva progettato il famoso cavallo rampante; la Battaglia di Anghiari colò tutta perché non si era riuscita ad asciugarla, per questo trovò nuovi sistemi per ottenere l'asciugatura che sono conservati nei suoi famosi Trattati sulla pittura; lo studio delle proporzioni umane lo fece arrivare alla sezione aurea ed a concepire che tutte le proporzioni in natura sono legate le une alle altre e bilanciate fra di loro, una corrispondenza unica che sfociò nell'Uomo vitruviano.
Leonardo ebbe due modelli e factotum: Salài, ovvero Gian Giacomo Caprotti e Giovanni Francesco Melzi. Il primo dette le fattezze sia a disegni erotici sia al famoso San Giovanni Battista che segue con lo sguardo chi lo guarda ed è conservato al Louvre. Di trent'anni piu' giovane, Salài, furfantello e sveglio, gli stette vicino finché non partì per la Francia, dove lo seguì solo Melzi, il trascrittore di tutti i suoi appunti e raccoglitore del Codex Atlanticus. Ora accessibile in tutta la sua ampiezza di 1119 pagine grazie alla Biblioteca Ambrosiana in partenership con Mondadori.
Luca Argentiero, nei panni di Leonardo con lunghi capelli boccolati, figura statuaria e corpo muscoloso, dipinge un Leonardo affascinante e vigoroso, per modi e tenacia intellettuale: con lui seguiamo le invenzioni del Genio come la camera degli Specchi dove situa Cecilia Gallerani, amante di Ludovico il Moro, per ritrarla nel famoso quadro conservato a Cracovia, nel Museo Czartoryski, la Dama con l'ermellino (1485): gli specchi permettono la visione a 360° della modella, permettendo di ritrarla perfettamente da qualunque angolatura, anche quelle nascoste, visibili tramite lo specchio.
Il quadro gigantesco de L’Ultima Cena, più nota con il nome di Cenacolo, dipinta fra il 1494 e il principio del 1498, è riprodotta nel film a statura naturale, e qui ci guida la voce sussurrante e profonda di Francesco Pannofino per suggerire come Leonardo costruissse dei quadri con le identità trasposte in modo personale ad ogni personaggio, l'uno con un suo marchio indelebile rintracciabile nelle pose, come il famoso Giuda col coltello dietro di sé prima del tradimento finale.
Un viaggio impossibile da riassumere attraverso i meandri dello spazio-tempo leonardesco che ci fa inoltrare nella sua mente prodigiosa, tra quegli orizzonti lontani e azzurrini dietro la Gioconda, un ritratto che non ha genere, che riflette l'animo e l'essenza umana concreta e astratta allo stesso tempo, per una sintesi straordinaria.