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Irrational Man. Filosofia à la coque
È uno spasso l'ultimo film di Woody Allen: ben concepito, leggero al punto giusto, intellettuale ma non troppo, infarcito di filosofia continentale quanto basta e di una critica piacevole e mai forzata alle “elucubrazioni”, appena citate, dei filosofi. Questi ultimi sono i colleghi di Abe Lucas all'università; nel ruolo vediamo un imbranato Joaquin Phoenix che però piace alle donne, coetanee e studentesse che siano, che nel ruolo di “salvatrici” innamorate ci si mettono d'impegno, riuscendo fin troppo a smuovere da quella rilassatezza pingue e alcolica – però alquanto innocua in fondo – il nostro protagonista.
Chiaramente l'Irrational Man del titolo è proprio il filosofo che da poco si è trasferito in questa università di provincia (il collegio di Braylin) vicino a Providence, patria degli incubi di Lovecraft non a caso, e dove si svolge anche un bel festival cinematografico dedicato alle Northern Lights: queste però non le vedremo proprio, perché l'ambientazione è tutta estiva, i vestiti sono succinti e le storie d'amore si susseguono naturalmente fra una roulette russa ed un supposto “delitto perfetto”.
Ci viene in mente “Nodo alla gola”, però in versione comedy e basata sui diritti sociali, una “microgiustizia” fatta in casa, mentre si stemperano note swingate ed i Preludi e fughe di Bach. Un film prezioso, con un'ottima fotografia a cura di Darius Khondji, e due simpatiche coprotagoniste, Emma Stone nella parte di Jill e Parker Posey in quella di Rita: tutte e due matte come cavalli e nella parte di “Io ti salverò” (Hitchcock encore).
La citazione da Emily Dickinson, tra tutte, è la più preziosa: ”inebriata d'aria” è la giovane studentessa quando è col prof, riuscendo a farlo innamorare di lei, ma ben altra sarà la “carica d'aria” per lui che non vi riveleremo, come se si trattasse di un imperativo categorico di Kant, ma che potrete sondare con le vostre ricerche fra analitici e continentali....da intrattenimento!