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IUC. L'epocale duello tra viola da gamba e violoncello
La Défence de la basse de viole, contre les entréprises du violon et les prétentions du violoncelle (la Difesa della viola da gamba contro le imprese del violino e le pretese del violoncello) è un pungente quanto divertente pamphlet, scritto in forma di arringa, da Hubert Le Blanc, avvocato ma anche musicista di viola da gamba, che la pubblicò nel 1740. Da questo è nata l'idea di un concerto o meglio di una "disfida musicale", il “terreno” su cui si è svolto lo “scontro” è stato l'Aula Magna della Sapienza, nell'ambito dei concerti della IUC - Istituzione Universitaria dei Concerti, lo scorso sabato 4 marzo.
I due splendidi campioni sono stati: Vittorio Ghielmi per la viola da gamba, con l'eccellente accompagnamento del liuto di Luca Pianca (Marais), e Enrico Bronzi per il violoncello, con il bravo Lorenzo Ghielmi al clavicembalo, nel ruolo di basso continuo per entrambi ove richiesto. L'arringa o meglio il "cartello di sfida" ha avuto in Luciano Bertoli un interprete appassionato quanto caustico e ironico. Perché Hubert Le Blanc sentì la necessità di scrivere questa mordace difesa ? La viola da gamba di origine ispanica aveva trionfato alla corte del Re Sole, che l'aveva molto amata, e aveva avuto come suo luminoso campione un musicista e compositore del calibro di Marin Marais (1656 – 1728). Un compositore simbolo stesso della musica strumentale francese dell'epoca, protagonista del raffinato film di Alain Corneau,"Tutte le mattine del mondo"(1991), interpretato da Gérard Depardieu. Marin Marais tra il 1686 e il 1725 pubblicò cinque libri di Pièce à 1et 2 violes con basso continuo in cui sono raccolte in Suites, danze diverse.
La viola da gamba in Francia era stato, dunque, uno strumento aristocratico, i musicisti scrivevano per un pubblico ristretto e le esecuzioni avvenivano in ambienti di dimensioni ridotte. Poi invece il violino e il violoncello, arrivati dall'Italia già nel 1600, stavano per spodestarla, Le Blanc definì Marin Marais l'”Ange de la musique” e la a sua musica, che ha aperto il duello, lo fa comprendere. La viola, sfidata, ha dunque aperto le ostilità, accompagnata dal liuto di rinforzo, eseguendo alcuni brani dal IV libro, la musica propone melodie incantevoli e raffinate ha un incedere nobile, equilibrato e razionale, i virtuosismi ci sono e sono complessi ma non sono “volgarmente” ostentati. Lasciamo la parola all'accusa: “ il signor violino, un aborto , un pigmeo,uno sgorbio di natura, si mette in testa di di volere diventare il Sultano di una nuova Monarchia Universale. Non contento della stretta Italia, che gli era toccata in sorte, gli viene l'ispirazione di volere invadere gli stati vicinie rendere alla viola da gamba il bel servizietto che lei a sua volta aveva reso al liuto, alla tiorba e alla chitarra […]. Nella sua battaglia per mascherare il suono stridulo si fece aiutare da due fedeli complici “Don Clavicembalo e Signor Violoncello”.
Il problema era, dunque, anche nel confronto tra due diverse scuole musicali, quella italiana e quella francese del '700. La nuova moda dei concerti a pagamento aperti al pubblico aristocratico e borghese, in sale molto più grandi di quelle private avvantaggiarono il suono più potente del violino e del violoncello. Il repertorio dei due strumenti, inoltre, era stato ampliato dalle composizioni che Antonio Vivaldi ( 1678 - 1741) e Francesco Gemignani (1687 - 1745) avevano scritto per loro e avevano incontrato il favore anche del pubblico francese. Si era anche affermato un gusto nuovo che puntava a stupire l'ascoltatore con soluzioni nuove, impreviste, in cui l'esibizione virtuosistica era un elemento di forza, trascinante. Cosa che è risultata evidente quando lo sfidante il violoncello è sceso in campo con la Sonata in re minore per violoncello e basso continuo n° 2 dall'opera 5 di Geminiani. Scrisse ancora l'avvocato Le Blanc :”il violoncello, che fino ad allora era stato un povero diavolo, un miserabile cancro, un rognoso mendicante sull'orlo di morire di fame, si lusinga ora di prendere il posto della viola da gamba.” Le Blanc scrisse con amara derisione che i Concerts Spirituel, quelli a pagamento, nulla avevano di spirituale, anzi.
Antoine Forqueray (1671-1745), era stato un altro formidabile musicista alla corte di Versailles, a differenza di Marais aveva avuto un stile più drammatico e aspro, denso di ardui virtuosismi, per questo fu definito da Le Blanc “diable”(diavolo). Nelle cinque suites della raccolta Pièce de viole pubblicate da suo figlio Jean-Baptiste (1699- 1782) che inserì tre suoi pezzi, lecomposizioni di entrambi si avvicinano allo stile italiano, come si è potuto evincere dai brani dei Forqueray eseguiti, ma anche questo non bastò a salvare la viola , come constatò amaramente Le Blanc. Alla fine come "riconciliazione" sono state eseguite le Variazioni su ‘Les Folies d’Espagne’ di Marais e Vivaldi, miscelate da Bronzi-Ghielmi-Pianca, con viola e violoncello che si sono alternate con l'accompagnamento del liuto e del clavicembalo al basso continuo.
Lunghi e calorosi applausi hanno salutato la fine del concerto e sono stati meritatissimi. Vittorio Ghielmi sa trarre dalla viola da gamba tutta la magnificenza variegata dei suoni melodiosi, che tanto incantarono nel passato e ancora oggi, se musicisti contemporanei come Uri Caine dedicano le loro composizioni a questo strumento. Enrico Bronzi non è stato da meno del suo “avversario” dimostrando che anche il violoncello, se nelle mani giuste, può sedurre l'uditorio. Luca Pianca al liuto e Lorenzo Ghielmi al clavicembalo non sono stati da meno dei campioni e hanno contribuito validamente alla riuscita della sfida, il giusto plauso va anche Luciano Bertoli, anche l'avvocato Hubert Le Blanc sarebbe stato compiaciuto di come la sua arringa “al vetriolo” abbia avuto il suo valido campione. Un bis finale è stato concesso, il delizioso brano di François Couperin: Air, n. 2 da L'Apothéose de Lully.