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IUC. L'Oratorio illuminista di Haydn apre la stagione pomeridiana
La nuova stagione pomeridiana alla IUC si è aperta con un grande successo, l'Orchestra del XVIII secolo, fondata da Frans Brüggen, la Cappella Amsterdam e i solisti diretti da Marcus Creed hanno brillantemente eseguito Le Stagioni di Franz Joseph Haydn (1732-1809).
Durante i due soggiorni a Londra, dove riscosse un grande consenso, Haydn ebbe modo di ascoltare alcuni oratori di Händel e fu colpito soprattutto dal Messia, che ascoltò nell'abbazia di Westminster nel 1791, oratorio che nell'arrangiamento di Mozart era stato proposto anche a Vienna nel1788 e nel 1790. Quando poi Haydn, tornato a Vienna, compose i due grandi oratori: La Creazione, eseguita nel 1798 e Le Stagioni nel 1801, otto anni prima della morte nel 1809, nella scrittura corale e nelle grandiosità delle fughe corali che chiudono la primavera e l'inverno la lezione di Händel è palese.
Le Stagioni (Die Jahreszeiten) Hob. XXI:3 è un oratorio profano in 4 parti, in cui non c'è una narrazione, ma una descrizione delle stagioni, a causa del suo carattere profano e descrittivo, nella prima edizione della partitura non compariva il termine Oratorio, che solo successivamente venne aggiunto.
Il libretto è opera del barone Gottfried van Swieten, che aveva scritto anche quello de La Creazione. Il soggetto è tratto dall'omonimo poema The Season di James Thomson, ispirato alla filosofia naturale ed al panteismo, una dottrina religioso-filosofica per cui nella bellezza della natura si manifesterebbe la divinità, testo conosciuto nella probabile traduzione tedesca di Barthold Heinrich Brockes.
Il poema fu tagliato, ma vi furono delle aggiunte come, nell'Inverno, Il canto delle filatrici di Gottfried August Bürger, uno degli ispiratori dello “Sturm und Drang” e il coro finale, tratto dal Salmo n° 15. I protagonisti sono tre contadini: Lukas, tenore, Hanne, soprano,sono due promessi sposi mentre Simon, basso, è l'anziano, simbolo della saggia tradizione. Il soggetto dell'oratorio è una manifestazione dell'attenzione degli intellettuali dell'epoca per la cultura e le tradizioni popolari, che spinse, tra gli altri, i fratelli Grimm a raccogliere e proporre le antiche fiabe.
La splendida musica scritta dal compositore è ricca di intuizioni e creazioni che riflettono i differenti apporti letterari, dagli illuministi a quelli del nascente romanticismo che cominciò a manifestarsi con lo "Sturm und Drang". Vi sono, infatti, temi popolari nelle danze e nel coro che chiude l'Autunno o , come nel già citato “Canto delle filatrici” e nel racconto di Hanne (”Lied” e Coro) nell' Inverno. L a Natura è descritta, ancora, con suoni onomatopeici, tipici del '700, ma anche evocata emotivamente con grande potenza espressiva tale da anticipare il Beethoven della vicina sinfonia n° 6 Pastorale, composta tra il 1807-1808.
La partitura rivela tutta la maestria e la maturità del grande compositore, nella scrittura orchestrale è tangibile l'eco dell'esperienza sinfonica, per la ricchezza delle soluzioni musicali. Le parti corali sono splendide ed è fortemente presente l'influenza di Händel, sia per l'uso della fuga, sia per la grandiosità che fa del coro un personaggio sullo stesso piano dei solisti.
L'Orchestra del XVIII secolo utilizza strumenti originali o copie, è quindi una proposta diversa ma di grande interesse che si affianca a quella delle compagini attuali, il suono è corposo meno brillante, ma più caldo e morbido nelle diverse sezioni, e seducente all'ascolto, almeno a nostro giudizio. All'ottima e puntuale esecuzione orchestrale si è aggiunta anche quella impeccabile del coro; entrambe le compagini sotto la guida abile ed esperta del maestro Marcus Creed hanno dato vita a una performance coinvolgente e trascinante.
Bravi e appropriati i solisti, Ilse Eerens è in possesso di una voce limpida e morbida, che usa abilmente nei diversi stili di canto, nel lied, come nei recitativi e nelle arie che caratterizzano Hanne. Marcel Beekman si è disimpegnato nel ruolo di Lukas, ha una voce chiara e duttile che sa ben adoperare, André Morsch possiede una voce calda ed espressiva ed è stato convincente nel dare vita al saggio Simon. Caldi e meritati applausi alla fine di ogni stagione e alla conclusione dell'oratorio sono diventati scroscianti con ripetute chiamate alla ribalta.