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IUC Savall. L'incanto della musica dell'Impero ottomano
Il viaggio nelle diverse tradizioni musicali del Mediterraneo di Jordi Savall e del suo Hespérion XXI, questa volta, ha fatto tappa nella Istambul di Dimitrie Cantemir e ha incantato l'affollatissima Aula Magna della Sapienza, che ha tributato ai musicisti una incandescente standing ovation.
Savall, virtuoso musicista, direttore e musicologo da molti anni segue un suo percorso di ricerca nella musica mediterranea. È noto al grande pubblico come uno dei più importanti e rigorosi interpreti della “musica antica”, ma è una definizione che rifiuta perché, come ha spesso spiegato, è per lui priva di senso. La musica, afferma infatti, è sempre contemporanea in quanto vive nel momento dell'esecuzione e nell'interpretazione del musicista, definito da Savall, un 'museo vivente'. Si deve tenere presente che nell'esecuzione della “musica antica” le indicazioni sono assenti o lacunose e spesso, soprattutto in epoca medioevale, rimane solo la linea melodica, che veniva sviluppata secondo una prassi di improvvisazione, che in occidente è andata perduta, e che la conoscenza e la sensibilità l'esecutore deve ricreare.
L'interesse e la conoscenza della musica popolare e in particolare quella mediterranea e del vicino oriente è stata approfondita nel tempo da Savall. La particolare sensibilità probabilmente dipende dall'essere nato in Catalogna, regione spiccatamente marinara i cui abitanti hanno commerciato in tutto il Mediterraneo condividendo la fruttuosa contaminazione di diverse culture. Oltre a ciò si è aggiunto, nella costante ricerca di una affinata prassi esecutiva e nell'improvvisazione, la spinta ad indagare quelle culture del nord Africa, medio orientali e di alcune aree europee in cui più forti sono rimaste le radici popolari della musica.
n questo caso oggetto del concerto è come sottolineato nel titolo, Il libro della Scienza della Musica di Dimitrie Cantemir, e nel testo del programma di sala scritto dallo stesso Savall. Dimitrie Cantemir (1673 – 1723) fu un letterato, filosofo, storico, compositore, musicologo, linguista, etnografo e geografo moldavo, figlio del Voivoda della Moldavia, che allora era parte dell'Impero ottomano, nel 1693 andò a Istanbul alla corte del sultano come ostaggio e poi come ambasciatore. Visse in un mondo dove le diverse culture bizantina e ottomana si fondevano e il suo 'Il libro della Scienza della Musica' è è l'unica preziosa fonte scritta di informazioni sulla teoria, lo stile e le forme musicali ottomane del XVI e XVII secolo. Il libro contiene 355 composizioni strumentali, di cui 9 di sua composizione scritte secondo un sistema di notazione creato da Cantemir.
Da questo libro Savall ha scelto alcuni Makam, che sono preceduti da preludi liberamente improvvisati i Taksim, in dialogo con composizioni di tradizione armena, greca e sefardita. Un dialogo che vuole testimoniare la presenza alla corte del sultano di persone provenienti dalle diverse parti dell'impero, anche nella veste di artisti che erano solo greci, armeni ed ebrei sefarditi a causa dei pregiudizi che gli ottomani avevano verso le arti. Per questo motivo Savall ha affiancato ai Taksim e ai Makam musiche provenienti dal repertorio ladino della comunità greca di Smirne e alcuni brani tratti Voskeporik (o Libro d'oro delle canzoni armene). Savall ha affermato che il ruolo dei musicisti, che lo hanno affiancato, non è stato solo quello di semplici esecutori ma, come appartenenti a quelle culture, anche di guide nelle scelta del programma. Savall ha evidenziato che questa è comunque un'esecuzione moderna e probabilmente diversa da quella dell'epoca.
L'ascolto di queste musiche interpretate mirabilmente ha immerso gli ascoltatori in una atmosfera incantata, lussureggiante di policromie sonore di danze trascinanti e di melodie soavi e di serena malinconia. Il pubblico che gremiva l'Aula magna ha freneticamente acclamato gli esecutori e ha ottenuto due bis dalla tradizione armena una danza e un'improvvisazione. Sicuramente l'esecuzione di queste musiche rafforza la consapevolezza che le diverse culture nei secoli passati, lungi da essere isolate, erano in continua e proficua comunicazione tra loro, il problema è che se ne è persa la memoria collettiva, perché il Mediterraneo da troppo tempo non è più un ponte ma un muro. Savall ha dedicato il concerto alle vittime civili della Siria; la ricerca di un dialogo per la pace attraverso la musica è stata riconosciuta a Savall, che nel 2008 è stato nominato Ambasciatore dell'Unione Europea per il dialogo interculturale e UNESCO Artist for Peace insieme a Montserrat Figueras.