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IUC. Soirée rossiniana con Anna Bonitatibus
L'Istituzione Universitaria dei Concerti-IUC il 2 febbraio 2013 ha proposto, nella sua Stagione dei Concerti, un interessante programma dedicato al Rossini meno conosciuto, quello della sua produzione musicale scritta, dopo l'ultima sua fatica operistica il Guillame Tell (1829), per le sue celebri serate.
Gioachino Rossini (Pesaro, 29 febbraio 1792 – Parigi, 13 novembre 1868) smise di comporre opere ma non musica e oltre allo Stabat Mater (1841) e alla Petite messe solennelle (1863) ha lasciato le Soirées musicales (Serate Musicali), pubblicate nel 1835 e gli album dei Péchés de vieillesse ( Peccati di vecchiaia), in cui sono presenti circa duecento brani per pianoforte, canto e altri strumenti, riordinate negli ultimi dieci anni di vita e lasciate dalla moglie al liceo musicale di Pesaro, diventato poi conservatorio.
Le celebri serate in casa Rossini deliziavano gli invitati, celebri artisti e la crème della società parigina, con raffinate prelibatezze nel menù della cena e nel programma musicale offerto nel dopo cena. Dalle Soirées musicales, dodici pezzi per canto e pianoforte, è stata proposta da Anna Bonitatibus accompagnata dal pianista Marco Marzocchi, La partenza. Un brano in cui si trova tutta l'abilità del prodigioso compositore d'opera, la scrittura oscilla tra il maggiore e il minore nel dialogo molto espressivo tra il canto e il pianoforte.
Ne i Péchés de vieillesse l'anziano Rossini, che osservò l'affermazione del Romanticismo con critico distacco, riversò tutta la sua fulminante ironia e la sublime capacità di giocare con la musica, soprattutto nei brani per pianoforte. Questi brani così amati e formidabilmente interpretati da pianisti come Aldo Ciccolini e Antonio Ballista, sono di rara esecuzione in quanto richiedono una adesione totale allo spirito delle composizioni che Rossini dedicò: “ai pianisti di quart'ordine ai quali ho l'onore di appartenere”.
Il carattere dei brani per i titoli e le esilaranti osservazioni didascaliche dell'autore anticipano lo spirito di Satie. Il Petit Caprice (Style Offenbach), che ha aperto il concerto ne è un esempio; Offenbach nella Belle Hèlène ( 1864) aveva parodiato il celebre terzetto del Guillame Tell. La risposta di Rossini è nella caricatura grottesca della musica dell'effervescente musicista e nella diteggiatura indicata, 2, 5 con le altre dita ben piegate in segno apotropaico vista l'aura di iettatore che avvolgeva Offenbach, non ancora sopita nel caso de Les contes d'Hoffmann.
Altri brani come Un rien n. 1 e Un rien n. 8 ricordano Chopin e Liszt mentre in Une caresse à ma femme ci sono atmosfere che rimandano a Schumann, testimonianza di come Rossini fosse ben informato su le novità musicali. Ne 1ère et 2ème Gamme Chinoise e L’Amour à Pékin l'uso delle scale cinesi anticipa le esotiche esplorazioni musicali di musicisti come Debussy o Puccini.
La declinazione della famosa quartina di Metastasio: Mi lagnerò tacendo di sei diversi stati d'animo riflette lo spirito giocoso rossiniano, di questi Anna Bonitatibus ha scelto il patetico, il sentimentale e l'ironico. La brava cantante possiede una bella voce che sa padroneggiare in modo eccellente nelle agilità come nelle diverse sfumature, anche se ci è parsa più a suo agio nei brani sentimentali e drammatici che in in quelli in cui è necessaria una verve comica, in cui si è calato più agevolmente Marco Marzocchi. Grandi applausi del pubblico a cui sono stati offerti due bis sempre rossiniani: La chanson du bebè e Nella stagion di maggio.