Supporta Gothic Network
IUC. Un vortice di seduzioni musicali con Jordi Savall e l'Hespèrion XXI
Un percorso musicale nelle diverse forme che la “Follia” ha assunto in epoche e paesi diversi con l'Hespèrion XXI, guidato da Jordi Savall, questo è il programma che ha inaugurato, il 20 ottobre 2015, il turno del martedì della Stagione dei Concerti della IUC- Istituzione Universitaria dei Concerti.
Savall ha sempre affermato che la musica che interpreta non è musica antica bensì contemporanea, perché ogni volta che la musica viene eseguita vive in quel momento, un 'idea condivisa da un altro artista, ma diversissimo, Luciano Berio. Il musicista deve decidere, infatti, come interpretare la musica, in particolare, quando suona quella di cui sono rimaste poche o nessuna indicazione, oppure è rimasta solo una breve linea melodica.
I rapidi cambiamenti nella creazione musicale avvenuti in Europa dal Rinascimento in poi hanno avuto come conseguenza l'oblio della musica precedente e quindi la perdita delle prassi di esecuzione; quando si è iniziato a proporre la musica medioevale, rinascimentale e barocca si è posto il problema di come eseguirla. Savall ha studiato con passione anche la musica popolare europea e quella di culture diverse, come quelle del sud del Mediterraneo e quelle mediorientali, dove le prassi esecutive di variazioni e improvvisazione sono state tramandate e quindi sono ancora esistenti. Savall ritiene che i legami culturali, che ci furono tra le differenti popolazioni del Mediterraneo, abbiano generato delle affinità musicali, perdute in Europa mentre lì sono ancora presenti.
Nei suoi concerti, inoltre, mette in evidenza il dialogo tra culture diverse, che era stato favorito dagli spostamenti delle persone nel Mediterraneo, tra il sud e nord dell'Europa, e da quest'ultima verso il Nuovo Mondo. Le melodie, le canzoni, infatti, avevano viaggiato anch'esse e si potevano trovare in differenti versioni, anche se ogni gruppo culturale ne rivendica la paternità. Savall alterna programmi dedicati a importanti compositori a quelli di musica popolare o come in questo caso i due ambiti dialogano armoniosamente tra loro. L'argomento del concerto, la Follia si presta moltissimo ad illustrare le metamorfosi di una danza popolare nelle diverse culture e come sia stata usata nella musica colta.
Ci sono molti studi che hanno descritto le diverse forme che ha assunto la Follia, tra cui quelli di Richard Hudson (1982) che ha proposto la tesi delle due versioni, una più antica popolare, che si presume abbia avuto origine nei secoli XVI e XVII da una danza portoghese e poi sia diffusa in Spagna e in Italia in epoca rinascimentale. In questa versione lo schema popolare veniva variato in modi diversi, mentre quella tarda è quella barocca, molto distante da quella più antica, ma sempre basata sulla improvvisazione e la variazione. La ragione di questa distanza è stata proposta in una recente monografia di Giuseppe Fiorentino: Follia (Kassel 2013), che ha analizzato molti brani musicali e ha offerto una possibile interpretazione di questa differenza fra le due forme e della evoluzione della più conosciuta "tarda follia", rimasta famosa nella musica colta fino ai giorni nostri. La "tarda follia" è una progressione accordale che sostiene un tema melodico, su questa base iniziava la libera improvvisazione, sarebbe quindi una derivazione di una tecnica di improvvisazione tardo medioevale chiamata “Fauxbourdons”(falsi bordoni). Le variazioni e improvvisazioni possono presentare tempi e linee melodiche le più svariate.
Il programma del concerto ha offerto un ampio ventaglio delle diverse versioni, quelle più antiche rinascimentali e quelle barocche. Il legame fra Italia e Spagna è stato rappresentato da Diego Ortiz e Antonio Valente, del primo la Folia IV è un esempio rinascimentale di variazione e improvvisazione come la Gagliarda del secondo. Ci sono stati brani tradizionali anche di autori anonimi provenienti da posti molto diversi, dalla Scozia, dolci e melanconici, Lord Moira, come dal nuovo mondo la Guaracha brillante e trascinante. Tra i coinvolgenti brani di danza la Jaracas & Canarios di Gaspar Sanz , la Morisca Di Pedro Guerrero, il trascinante Fandango di Santiago de Murcia e il Canarios di autore anonimo. All'epoca si pensava che le danze sfrenate ed erotiche avessero origine dal Nuovo Mondo e derivassero dalla Follia.
Tra le composizioni della"tarda follia"quella barocca sempre basata sulla variazione e l'improvvisazione sono state eseguite Le Partite diverse di Follia di Bernardo Pasquini con Luca Guglielmi al clavicembalo, le Diferencias sobre las Folias di Antonio Martin y Col. I musicisti dell'Hespèrion XXI incantano e coinvolgono il pubblico, il ritmo e i colori delle danze sono trascinanti, le musiche seducono. Jordi Savall sa trarre dai suoi strumenti un suono fascinoso, morbido e cantabile, una prodigiosa dinamica e timbri variopinti, la tecnica portentosa che possiede non è fine a sé stessa ma è volta a all'interpretazione, alla comunicazione con il pubblico e non finisce mai di stupire. Scroscianti applausi hanno scandito la fine di ogni brano e una ovazione è stata tributata agli interpreti alla fine del concerto.