Jesi. Il Salieri giocoso de La scuola de' gelosi

Articolo di: 
Daniela Puggioni
La Scuola de' gelosi

Al Teatro Pergolesi di Jesi, lo scorso 13 gennaio, nell'ambito della 49°Stagione di tradizione, è andata in scena con grande successo “La scuola de’ gelosi”, dramma giocoso in due atti su libretto di Caterino Mazzolà e musica di Antonio Salieri, nella prima ripresa moderna diretta da Giovanni Battista Rigon.

La realizzazione dello spettacolo è un encomiabile esempio di saggezza nella gestione teatrale in cui le ragioni artistiche e quelle economiche invece di contrastarsi a vicenda si sono armonizzate. Su iniziativa della Fondazione Culturale Antonio Salieri di Legnago e il sostegno della Fondazione Cariverona, la produzione è nata dalla collaborazione tra importanti istituzioni musicali italiane: la Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, la Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi, la Fondazione Teatri delle Dolomiti di Belluno, il Teatro Ristori di Verona, e la Deputazione Teatrale Teatro Marrucino di Chieti. Il debutto è avvenuto al Teatro Salieri di Legnago, poi “La scuola de’ gelosi” è andata in scena nei teatri di Chieti, Belluno, Verona, Jesi e infine sarà rappresentata in marzo a Firenze, raggiungendo il ragguardevole traguardo delle 14 recite. Questo intelligente sforzo produttivo ha permesso di godere di uno spettacolo ben preparato e rodato i cui punti di forza sono stati per la parte musicale l'ottima direzione del maestro Rigon dell'orchestra, I Virtuosi Italiani, e dei cantanti dell'Accademia del Maggio Musicale Fiorentino, mentre per quella visiva, l'arguta e divertente regia di  Italo Nunziata, oltre alla realizzazione delle scene di Andrea Belli e dei costumi di Valeria Donata Bettella, che è stata affidata agli ottimi professionisti del Laboratorio Scenografico della Fondazione Pergolesi Spontini e della Sartoria del Teatro Pergolesi.

La parabola di Antonio Salieri è singolare, da celebre e rispettato musicista e didatta, in vita, a Vienna, è diventato come molti suoi colleghi sconosciuto ai più, poi per una serie di singolari circostanze si è ammantato da una fama universale di inetto mestierante, invidioso del genio mozartiano fino a divenire l'avvelenatore responsabile della morte prematura di Mozart. La catena di maldicenze senza fondamento iniziò a Vienna, poi giunse a Puškin che nel 1830 scrisse la breve pièce Mozart e Salieri, che poi fu messa in musica nel 1898 da Rimskij-Korsakov, non bastasse, nel 1978, un altro testo teatrale, Amadeus di Peter Shaffer, riprende il tema ampliandolo, con un successo che divenne planetario con il discutibile film omonimo (1984) di  Miloš Forman. La riscoperta de “La scuola de’ gelosi” è un altro tassello importante per smentire questa fama oscura e per conoscere l'abilità musicale e teatrale di Salieri nell'opera buffa. Salieri scrisse anche opere serie come Europa riconosciuta che inaugurò nel 1778 il Teatro alla Scala, musica strumentale di tutti i generi e fu il maestro di grandi compositori come Beethoven, Schubert e Liszt.

“La scuola de’ gelosi”, andò in scena la prima volta a Venezia il 27 dicembre 1778 al teatro San Moisè e fu composta da Salieri che già si era affermato Vienna. Florian Leopold Gassmann, Opern kapellmeister e Kammercompositeur dell'Opera di Vienna, mentre era a Venezia, si era accorto del talento del sedicenne Salieri, lo aveva portato con sé a Vienna ed era divenuto suo maestro. A Vienna Salieri debuttò e ottenne successo e, alla morte di Gassmann, gli era succeduto nelle sue cariche. Fu il conte Giacomo Durazzo ambasciatore dell'impero asburgico nella Serenissima, che a Vienna era stato Generalspektakeldirektor, e aveva molti contatti nell'ambiente operistico, che gli procurò la commissione della  nuova opera “La scuola de’ gelosi”. L'opera ebbe un successo strepitoso, “planetario” per quell'epoca, cinquanta diverse produzioni in tutta Europa, ma la più importante per Salieri fu quella di Vienna nel 1783, per il ritorno della compagnia italiana, dopo un periodo in cui era stata licenziata dall'imperatore Giuseppe II per favorire complessi di lingua tedesca. Per l'occasione l'opera che andò in scena al Burgtheater fu rivista da Lorenzo Da Ponte, che scrisse il testo di una nuova aria “Ah sia già dei miei sospiri”, un rondò composto da Salieri per Nancy Storace, famosa prima donna, e “Adagio allor potrei” per Blasio. Questa versione  viennese è quella che è stata scelta per la messa in scena, l'autografo, per lascito testamentario del compositore insieme a tutti i suoi autografi è ora a Vienna nella Biblioteca Nazionale Austriaca. L'autografo non ha posto problemi in quanto la scrittura è chiara e ordinata, la trascrizione è stata di Jacopo Cacco e del Giovanni Battista Rigon.

L'intreccio è basato sugli abituali temi dei libretti buffi, la contrapposizione delle abitudini e del modo di pensare tra nobili, borghesi e classi popolari. I protagonisti sono infatti il conte e la contessa Bandiera, Blasio ed Ernestina, sua moglie, Lumaca e Carlotta, i due servi della coppia borghese e il Tenente, amico del Conte, che muove i fili dell'azione, il cui motore è l'asfissiante gelosia di Blasio. L'opera è in due atti secondo la nuova consuetudine che si era affermata a Venezia, e così la Sinfonia che, a differenza degli usuali tre movimenti, ne presenta uno solo, ma poi la costruzione segue la tradizione, recitativi, arie, duetti e concertati finali. Unica eccezione è il quintetto del secondo atto, quasi un finale che colpì per la sua superba fattura anche Wolfgang Goethe che lo giudicò ammirevole insieme ai due concertati finali. Le arie di Carlotta “Il cor nel seno, brillar mi sento” e di Lumaca “Lumaca giudizio” sono adattamenti da due arie sostitutive che Salieri compose per la versione viennese 1775 de "Il geloso in cimento" di Giovanni Bertati e Pasquale Anfossi, una consuetudine molto diffusa allora. La musica di Salieri è teatrale e accompagna  alla perfezione la drammaturgia, i duetti, il quintetto e i concertati ne sono la testimonianza più evidente e riuscita. “La scuola de’ gelosi” è una perfetta macchina teatrale resa perfettamente dalla brillante direzione del maestro Giovanni Battista Rigon, attento alla dinamica e alla cantabilità della musica, ha diretto I Virtuosi Italiani e i Solisti dell'Accademia del Maggio Musicale Fiorentino, che ha anche personalmente accompagnato al clavicembalo nei recitativi, con ironiche allusioni mozartiane. La compagnia di canto ben affiatata ha felicemente interpretato sia vocalmente che teatralmente l'opera. Ricordiamo tra loro la Contessa Bandiera di Francesca Longari, a cui sono affidate le arie più impegnative, un ruolo affrontato con una disinvoltura accompagnata da una voce morbida e duttile. Eleonora Bellocci, che è stata una brillante e spiritosa Ernestina, possiede una bella voce e si muove con scioltezza sul palcoscenico. La regia di Italo Nunziata è stata briosa e in perfetta armonia con la direzione musicale, riuscendo a far andare di pari passo canto e recitazione. Le scene di Andrea Belli erano  funzionali all'azione scenica, colorate e con allusioni ironiche alla vicenda, ben realizzate dal Laboratorio Scenografico della Fondazione Pergolesi Spontini. I deliziosi i costumi di Valeria Donata Bettella, sono stati realizzati con i brillanti colori delle stoffe tradizionali africane assemblate con abilità dalla Sartoria del Teatro Pergolesi. Il disegno luci Marco Giusti ha valorizzato tutto l'insieme che è stato lungamente applaudito dal folto pubblico con molti giovani in sala.

Pubblicato in: 
GN12 Anno IX 20 gennaio 2017
Scheda
Titolo completo: 

Teatro G.B. Pergolesi - Jesi
Mercoledì 11 gennaio 2017, ore 16 (anteprima giovani)*
Venerdì 13 gennaio 2017, ore 20.30
Domenica 15 gennaio 2017, ore 16

LA SCUOLA DE’ GELOSI
Dramma giocoso in due atti
Libretto di Caterino Mazzolà
Musica di Antonio Salieri
Trascrizione dall’Autografo a cura di Jacopo Cacco e Giovanni Battista Rigon
Prima rappresentazione: 27 dicembre 1778, Venezia, Teatro San Moisè
 
personaggi e interpreti:
Solisti dell’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino
Conte Bandiera, Patrick Kabongo Mubenga
Contessa Bandiera, Francesca Longari
Blasio, un commerciante di grano, Benjamin Cho
Ernestina, sua moglie, Eleonora Bellocci
Lumaca, servitore di Blasio, Qianming Dou
Carlotta, cameriera di locanda, Ana Victoria Pitts
Il Tenente, cugino di Blasio e amico del conte, Manuel Amati
Pietro Longhi - Elegante compagnia in maschera (part.)
direttore Giovanni Battista Rigon
regia Italo Nunziata
scene Andrea Belli
costumi Valeria Donata Bettella
disegno luci Marco Giusti
 
I Virtuosi Italiani
primo violino Alberto Martini
 
Spettacolo realizzato su iniziativa di Fondazione Culturale Antonio Salieri di Legnago
 con l’adesione di Fondazione Teatri delle Dolomiti di Belluno
in coproduzione tra Fondazione Pergolesi Spontini, Teatro Ristori di Verona, Deputazione Teatrale Teatro Marrucino di Chieti, Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino
 con la partecipazione di Accademia del Maggio Musicale Fiorentino ed il sostegno di Fondazione Cariverona.
 
Nuovo allestimento