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Jeux d'Art a Villa d'Este. Ormezowski e il violoncello
Sotto la volta rinascimentale della Sala della Fontana a Villa d’Este, si è concluso lo scorso 28 settembre il festival Jeux d’Art di Tivoli con un protagonista d’eccezione: il violoncello. Da Boccherini a Schubert, da Bach a Saint Saëns, il repertorio è selezionato in modo accurato tanto da valorizzare la tecnica e le qualità timbriche dello strumento: un prezioso Guarnieri del 1686.
Suono morbido e caldo, Franco Maggio Ormezowski sa interpretare con disinvoltura momenti lirici e passaggi di abilità, scegliendo di aprire la serata con Luigi Boccherini: il compositore che più di ogni altro ha dato maggior apporto al repertorio solista per violoncello. La sua Sonata in la maggiore è un capolavoro di bellezza in cui lo strumento esprime i vertici del bel canto e del virtuosismo mentre la Suite n.3 di Bach è un’occasione per fare una breve riflessione sull’interpretazione e sull’importanza dell’esecuzione sullo strumento storico. "La musica di Bach per violoncello solo non esiste - spiega Franco Ormezowski - O meglio, non esistono manoscritti autografi delle Suite di Bach per violoncello ma solo alcune copie, una delle quali di Anna Magdalena".
Massima morbidezza del legato e una sonorità ampia e di largo respiro colpiscono un pubblico attento ed entusiasta di scoprire alcune tra le composizioni più intense di Bach. Ed anche il violoncello romantico di Schubert non delude, anzi risuona ricco di armonici, profondo, vellutato nella Sonata in la minore D821 “L’Arpeggione”. Un ibrido tra la chitarra e il violoncello, lo strumento non ha avuto lunga vita ma è stato omaggiato da Schubert con una composizione di circostanza che tuttavia ha un fascino particolare soprattutto perché ne valorizza le risorse espressive e la cantabilità. Magistrale prova di intensità emotiva nell’Adagio che scioglie le sue tensioni nella vivacità dell’Allegretto mentre il pianoforte sostiene e avvolge con un alone un violoncello che sa essere polifonico e melodico nello stesso tempo. Un finale energico per Ormezowski (accompagnato al pianoforte dalla figlia): l’Allegro Appassionato di Saint Saëns, gioiello di virtuosimo e vitalità e, a grande richiesta, un delicatissimo bis scelto tra le pagine più intense di Schumann.