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Jupiter. Il tempo della “mietitura” nello spazio
I fratelli Wachowski Lana ed Andy hanno diretto un altro film di fantascienza dopo Cloud Atlas del 2012, che probabilmente si trasformerà in una serie, immaginiamo subito. Il primo film dei Wachowski in 3D con protagonisti Channing Tatum e Mila Kunis si chiama Jupiter (Giove) e parte dalla lontana Russia ed uno strano omicidio per poi spostarsi subito nel cuore della Grande Mela e presentarci le sorti “stellari” di un'emigrata russa che sarà la protagonista della storia.
Nella parte di Jupiter abbiamo Mila Kunis che si muove piuttosto agevolmemte con a seguito il suo fedele licantropo spaziale Caine (Channing Tatum biondissimo quasi albino) – detto “lupacante”, modificando un pochino l'etimologia -, che la salva da morte sicura parecchie volte: è tramite lui e le sue prodezze che conosciamo il vero gene ereditario di Jupiter – che fino a poco prima era un inserviente di grandi alberghi insieme alla madre ed al resto del clan russo immigrato negli Stati Uniti -, e che sarebbe destinata a regnare su una razza superiore in altri pianeti dello spazio. La sua famiglia si chiama Abrasax, che ha un'etimologia chiaramente in corrispondenza con il lemma “Abraxàs”, ovvero la mediazione tra l'umanità ed il Dio Sole, ma anche il Dio padre od una sua emanazione come Eone, considerato cosi soprattutto dal punto di vista delle religioni misterico-esoteriche e dagli gnostici. Inoltre, per chi conosce il fumetto di Dylan Dog, il padre e nemesi immortale del protagonista si chiama Xabaras, ovvio anagramma di Abraxas.
Quello che è il discorso centrale nel film però ruota intorno al concetto di “tempo” che per gli umani è decisamente limitato mentre per questa razza evolutasi nei secoli, ha raggiunto una dimensione simile a quella di Gerontion senza però l'assillo dell'invecchiamento. Tutto ciò ha però un costo elevato proprio in termini “umani”.
Godibile per effetti speciali, la musica di Michael Giacchino è del tutto sincronica alle scene – molta azione e combattimenti spaziali -, non mancano d'altronde le trovate ironiche anche nei dialoghi, quando lei dice per esempio – per far comprendere a Caine che lui le piace -: “A me piacciono i cani”, perché essendo un lupo ne è parente (sic!).
Con dei camei da parte di Terry Gilliam e James D'Arcy tra gli altri, il film è ben giocato dai due protagonisti Tatum e Kunis, nonché da Sean Bean in quella di loro compagno d'avventure Stringer, ex capitano dell'Egida, la polizia spaziale, in cerca di riabilitazione insieme a Caine. Douglas Booth è perfetto nella parte del fratello playboy Titus Abrasax, ed anche Tuppence Middleton in quella della sorella Kalique Abrasax. Attendiamo la prossima, rischiosa, “mietitura”.