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KHA Records. Silvestrov tra le dita di Alessandro Stella
Le composizioni di Valentin Silvestrov sono litanie dolci e desuete anni luce dal quotidiano: edite dall'etichetta KHA Records, che conosciamo da anni soprattutto per aver inciso le meravigliose perle distillate dalle mani di Alessandro Stella al pianoforte, che anche in quest'occasione ha dimostrato di poter “liquefare” letteralmente le note in saette vibranti nell'aere, in perfetta sintonia con le pietre rilucenti di Silvestrov.
Alessandro Stella, artista di primo piano nelle edizioni di musica contemporanea per il piano solista, collabora da un decennio con il Progetto Martha Argerich ed ha inciso anche per Warner, ha ricevuto l'Echo Klassik Award ed il Gramophone Editor's Choice, nel 2015 è uscito un EP intitolato En rêve – Live in Rome con musiche di Chopin, Liszt, Grieg e Debussy (Continuo Records). Per Kha ha però curato delle registrazioni straordinarie, tra cui due dedicate al Maestro di Tiblisi, Giya Kancheli, ovvero Yellow Leaves e Midwinter Spring, quest'ultima devota anche ad altri due magici compositori contemporanei, Arvo Pärt e Pēteris Vasks (in fondotrovate gli articoli di riferimento); “Minuetto”, The art of The Regal dance, con perle da Purcell, Btahms, Haendel, Schubert, Albéniz, Mozart, Rameau, Bach e molti altri. Solo per citarne alcuni. E' inoltre consulente musicale dell'Institut Français - Centre Saint-Louis di Roma ed è direttore artistico del Festival "Le cinque perle del barocco" che ospita a Roma con cadenza biennale acclamati solisti e ensemble europei.
La Nostalghia con cui si apre questo CD titolato Handsome Skies, riflette quell'animo slavo che vibra nel compositore nato a Kiev nel 1937 e che lo ha fatto studiare nella Russia sovietica al Conservatorio Ciaikowskij, conducendolo poi a quel post-modernismo che lo ha reso noto fin dai primi anni '70 nell'ambito della musica classica contemporanea. Nel 1989 ha conquistato il prestigioso titolo sovietico di Artista del Popolo e nel 1995, l'altrettanto prezioso Premio Nazionale dell'Ucraina dedicato a Shevchenko.
Il concetto di “metamusica” che lo ha contraddistinto fin dagli anni '90, di sua fattura, è una ricerca di stile che si configura mettendo sotto la lente di ingrandimento generi musicali minori e vari tipi di strumentazione, nonché canto corale e a cappella, soprattutto dagli anni 2000 in poi.
Le miniature che andiamo ascoltando in questi “Belissimi cieli” (Handsome Skies) del titolo, sono uno scorrere iridato nel tempo, tra Bagatelles e Valzer, un noto Postludium e varie serenate, con un approccio melodico in ogni brano distillato e cesellato come una parure di gioie e passaggi sottili ed impercettibili da un movimento all'altro, come in un perpetuum mobile che culla come una ninna nanna, ed abbiamo infatti anche una Lullaby. Il coronamento che Stella riesce ad effondere di una dolcezza infinitamente cromata, si ha con i tre pezzi della Melody a chiusura del CD: offre un panorama di stasi serena, si possono immaginare passi tra fili d'erba appena percorsi dal vento, sussurrati dalle note che Stella disingue come passi felpati, a ridefinire un percorso acceso dagli azzurri del cielo.