King International. Michelangeli e Gulda in un prezioso doppio cd con la NHK

Articolo di: 
Piero Barbareschi
King International Gulda Michelangeli

Periodicamente incontriamo su queste pagine grandi pianisti entrati ormai nella leggenda ma che è doveroso ricordare. In questa occasione un interessante doppio CD distribuito da Codaex e realizzato nel 2011 da King International ripropone due registrazioni dal vivo, del 1965 e 1967, di due straordinari interpreti: Arturo Benedetti Michelangeli e Friedrich Gulda. Appassionanti i brani proposti: il Concerto in sol di Ravel ed il Primo concerto di Liszt per Michelangeli, con la direzione di Alexander Rumpf, ed un doppio Beethoven per Gulda: il Primo ed il Quarto concerto, diretti da Savallisch ( il primo) e Matacic (il quarto). L'orchestra in entrambi i casi la  gloriosa NHK Symphnoy Orchestra di Tokyo.

Senza procedere ad alcuna discriminazione, ma seguendo l'ordine dei CD, il primo ad essere ascoltato è Michelangeli, con due cavalli di battaglia del suo repertorio. Probabilmente il concerto di Ravel è fra le composizioni per pianoforte ed orchestra registrate in carriera quella che più di tutte ha scatenato giudizi entusiastici per l'interpretazione di Michelangeli. Anche in questa occasione, come in altre disponibili con altre orchestre ed altri direttori, emergono le peculiarità della lettura che abbiamo imparato ed a conoscere ed amare. Con Michelangeli non si tratta di evidenziare e lodare la precisione o la cura del suono. Quello che per molti esecutori è un punto di arrivo, per Michelangeli è un modo di suonare, ancorché frutto di studio maniacale, dal quale non si può prescindere per poter esprimere il proprio pensiero. Con questo presupposto Ravel si rivela in tutta la sua bellezza ed apparente, sotto le dita di Michelangeli, spontaneità e facilità, raggiungendo, per esempio nell'inconfondibile esecuzione del trillo nella parte finale del primo movimento o nello straordinario adagio, momenti di bellezza che sono entrati nella leggenda. L'orchestra, che nella scrittura e nel gusto timbrico raveliano non è certamente meno importante del solista nella visione complessiva, in certe occasioni, specialmente con i fiati, non è del tutto all'altezza del prestigio del solista, con alcune sbavature che tuttavia rendono l'ascolto della performance live ancora più affascinante.

Altri parametri di valutazione per il Concerto n.1 di Liszt. Michelangeli nell'immaginario collettivo non viene certo identificato come pianista virtuoso e funambolico dominatore della tastiera. Eppure il concerto lisztiano è stato per molti altri interpreti così considerati un importante biglietto da visita. In questa registrazione Michelangeli conferma la sua chiave di lettura ed il suo approccio estetico con una letteratura spesso troppo sbrigativamente classificata virtuosistica. Sotto le sue dita le oggettive difficoltà tecniche della scrittura lisztiana vengono risolte con disinvoltura andando al di là della semplice, seppur perfetta, esecuzione. Nella sua interpretazione emerge anche il Liszt poeta, l'anima romantica dell'autore per il quale lo sfoggio di difficoltà tecniche rappresenta un passaggio intermedio per dire qualcosa di più profondo, come nel meditativo adagio, e non solo per suscitare lo stupore e l'applauso ammirato del pubblico. Cosa che in ogni caso avviene al termine del primo movimento quando il pubblico giapponese, in deroga alla tradizione, non riesce a trattenersi e si scatena in un entusiastico applauso...

Friedrich Gulda ha inizialmente acquisito fama internazionale proprio come interprete beethoveniano. È stato in ogni caso una figura carismatica ed un personaggio in certe occasioni al di fuori degli schemi che ha lasciato un segno profondo nel panorama artistico mondiale.

Nella registrazione giapponese, effettuata prima di raggiungere i quarant'anni di età, ascoltiamo il Gulda ancora, sotto certi punti di vista, “tradizionale”, che ancora non aveva messo in luce alcuni aspetti sorprendenti della sua visione artistica (l'amore per il jazz, le improvvisazioni, le esecuzioni che mescolavano con risultati straordinari questi diversi modi di espressione musicale).

La sua lettura dei due concerti beethoveniani, il primo ancora rivolto al mondo mozartiano ed il quarto, per molti ed anche per noi il più bello ed intrigante dei cinque scritti, è aderente alla più pura tradizione viennese della quale Gulda, insieme a Demus e Badura Skoda, era il più puro rappresentante e continuatore.

Inevitabilmente quando si ascolta il Quarto concerto di Beethoven, la curiosità è rivolta al modo in cui l'interprete di turno risolve lo straordinario adagio, sconvolgente per la drammaticità con la quale Beethoven crea una sorta di dialogo fra l'uomo (il solista) e la divinità (l'orchestra), in un'alternanza di colori che lasciano ogni volta turbato l'ascoltatore. Gulda ovviamente coglie in pieno il significato della scrittura di questo movimento confermando la fama di eccellente interprete beethoveniano.

Un doppio CD molto interessante, ben realizzato dal punto di vista tecnico per quanto riguarda la rimasterizzazione digitale ma, volendo essere pignoli, carente nel libretto che, pur inserito in un prodotto destinato al mercato internazionale, presenta in inglese solo le informazioni relative all'orchestra, proponendo solo in giapponese le note illustrative dei brani.

Pubblicato in: 
GN12 Anno V 29 gennaio 2013
Scheda
Titolo completo: 

Maurice RAVEL (1832-1908)
Concerto per pianoforte in sol maggiore
Franz LISZT (1811-1886)
Concerto per pianoforte n. 1
Ludwig van BEETHOVEN (1770-1827)
Concerto per pianoforte n. 4
(Registrazioni del 1965 e 1967)
Arturo Benedetti Michelangeli, pianoforte
Friedrich Gulda, pianoforte
NHK Symphony Orchestra
Alexander Rumpf,, Wolfgang Sawallisch, Lovro von Matacic, direttori

2CD KING INTERNATIONAL KKC 2005/6