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Les Étoiles. Soirée All Stars
Una grande kermesse internazionale che ritorna come ogni anno a calcare i palcoscenici piu' ambiti di Roma: Les Étoiles a cura di Daniele Cipriani, rispolvera il culto devoluto alle star dei galà aldilà del tempo, annoverando tra le new entry Oleg Ivenko, il ballerino ucraino che ha interpretato Nureyev nel film di Ralph Fiennes uscito l'anno scorso col titolo The White Crow.
Per questa 9° edizione di Les Étoiles la Sala Santa Cecilia dell'Auditorium Parco della Musica di Roma il 24 e 25 gennaio (ore 21) e il 26 gennaio 2020 (ore 17), ha accolto i due ballerini étoiles internazionali, lo spagnolo Sergio Bernal ed il coreano Young Gyu Choi; dal Teatro Bolshoi di Mosca i russi Denis Rodkin e Eleonora Sevenard; i due ballerini russo lui e argentina lei dal Royal Ballet di Londra, che conosciamo per le plurime presenze nel galà, ovvero Vadim Muntagirov e Marianela Nuñez, per i due passi da La Bayadère e Bella Addormentata.
Rodkin e Sevenard hanno interpretato in modo superlativo il repertorio classico loro destinato:i due pas de deux, uno da Il Cigno Nero (Il Lago dei Cigni) e l'altro celebre da Spartacus sulla musica di Aram Katchaturian.
La stella del balletto di Stoccarda Friedemann Vogel ha danzato insieme alla spagnola Elisa Badenes il balletto molto atletico Mona Lisa di Itzik Galili, con estrema precisione e garbo, nonostante la musica fosse estremamente ritmica e con molti loop; l'altro passo, proveniva da Legend, di John Cranko, demiurgo proprio dello Stuttgart Ballet.
I preziosi costumi di Capucci hanno rivestito Young Gyu Choi ne L'idolo d'oro da La Bayadère: un pantaloncino stilizzato tipo egizio che scintillava sulla sua pelle dorata; quello invece, creato per lo spagnolo Sergio Bernal, s'ispirava al flamenco ed era una prima assoluta dal titolo di Zapateado: su un panatalone rosso granato stretto in vita con delle volute, sottolineava con sensualità le forme atletiche del ballerino. I due balletti formulavano una suite rivelazione che colpiva per l'estrema freschezza dell'interpretazione.
Oleg Ivenko, proveniente – oltre che dal successo filmico - dalla Compagnia di Stato di Opera e Balletto di Kazan nella Repubblica russa del Tatarstan, ha ballato da solo la Gayane su coreografia di Nina Ansimova e musica di Aram Katchaturian; e nella seconda parte in coppia con Ana Sophia Scheller del New York City Ballet nel divertissement Harlquinade da Petipa su musica di Riccardo Drigo.
Dall'Opéra de Paris, la direttrice ed étoile Aurélie Dupont ha scelto due pezzi molto desueti e moderni: da una parte la ricostruzione di Ekstasis, leggendario assolo di Martha Graham, coreografato ex novo da Virginie Mécène; mentre Star è ideato da Alan Lucien Øyen, coreografo norvegese che l'ha pensato per una canzone di Nina Simone.
Queste sono soltanto alcune delle tessre del mosaico di stelle che ha brillato al Parco della Musica nel 2020, un galà che raccoglie pubblico entusiasta di tutti i tipi ed età per una serata all stars.