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L'inganno. L'uomo in quanto perturbante
Questo strano film diretto da Sofia Coppola ha una correlazione diretta con un altro suo sulla questione femminile, osservata da un altro punto di vista, pur sempre lasciando spazio all'enigma: Il giardino delle vergini suicide (2000), sebbene mostrando una trama sostanzialmente diversa, si occupa sempre di un gruppo di donne che condividono uno “scopo” medesimo, ed è molto riflessivo quanto. “perturbante”. The Beguiled, L'inganno – o meglio “l'ingannato”, essendo un participio passato - mette insieme un unico uomo, Colin Farrell e tante donne,da Nicole Kidman a Kirsten Dunst, a Elle Fanning.
Nicole Kidman è particolarmente inquietante nella sua parte, e lascia parecchie risposte insolute: sembra quasi un percorso psicoanalitico infinito senza una soluzione definitiva e determinata ma tante possibilità amene ed oscure allo stesso tempo. Un viaggio dentro la mente/le menti maschili e femminili non di un'epoca ben precisa sebbene il setting sia datato alla guerra di Secessione tra nordisti e sudisti negli Stati Uniti dopo l'indipendenza dagli inglesi, essendo il remake del film La notte brava del soldato Jonathan (1971) diretto da Don Siegel, oltre che adattamento cinematografico del romanzo A Painted Devil (1966) scritto da Thomas P. Cullinan.
Il film si svolge tutto in una casa colonica del sud, adattato a collegio femminile e ricovero per delle orfane che non hanno un altro posto dove vivere: il Farnsworth Seminary, diretto dalla severa Miss Martha (Nicole Kidman), coadiuvata dall'insegnante di francese Edwina (Kirsten Dunst) e dalla giovane ed attraente Alicia (Elle Fanning). Il resto delle ragazze sono adolescenti e bambine, tutte incomparabilmente sconvolte dal ritrovamento del soldato ferito John McBurney (Colin Farrell), che Martha accoglie con notevole freddezza ma cura finché una notte quel che viene taciuto da tutte, le gelosie per la conquista dell'unico uomo presente, scoppiano in delirio e provocano una una serie di eventi tragici.
Il film è un'analisi spietata di ciò che è procurato sia dall'astinenza, sia dalla repressione e dalla non condivisione di un rapporto modificato dalla presenza dell'altro, del maschile in questo caso, che conduce all'emersione delle lacerazioni fino ad allora occultate. Il film raffinatamente le mostra, lasciando in ogni caso varie chiavi di lettura e forse una possibilità appena adombrata che ci possa essere dell'altro, tuttora celato.