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L'intensa Passione secondo Matteo di Bach a Perugia
Il 31 marzo 2012, nella Basilica di San Pietro a Perugia, per la Stagione 2011- 2012 degli Amici della Musica – Fondazione Perugia Musica Classica, il St. Jacob’s Chamber Choir di Stoccolma e la Camerata Strumentale Città di Prato diretti da Gary Graden hanno eseguito la Matthäus-Passion BWV 2444 (Passione secondo Matteo) di Johann Sebastian Bach, riscuotendo il plauso entusiasta del pubblico.
L'avvenimento è rilevante in quanto l'esecuzione della Matthäus Passion è nata dalla volontà di Alberto Batisti, direttore artistico della stagione Amici della Musica – Fondazione Perugia Musica Classica e della Camerata Strumentale Città di Prato, che superando gli ardui problemi economici e organizzativi, ha unito le forze delle due istituzioni per questo entusiasmante progetto. È stata una coproduzione, creata apposta per Prato e Perugia, encomiabile per l'impegno e il tempo delle prove necessari per affrontare questo testo vertice sommo della musica di tutti i tempi.
La Johannes-Passion (1724) e Matthäus-Passion(1729) eseguite a Lipsia, sono le uniche due passioni composte da Bach, mentre era Cantor della Thomaskirche, giunte interamente a noi, se la prima ha un carattere eminentemente teologico, la seconda è invece una narrazione che segue tutte le tappe, dall'istituzione dell'Eucarestia alla Deposizione.
L'organico è ampio: un doppio coro, a cui se ne aggiunge un terzo ( soprani di ripieno o voci bianche) e una doppia orchestra formata da flauti, tre tipi di oboe e fagotto oltre agli archi, l'organo e la viola da gamba, quattro voci soliste che si aggiungono all'Evangelista (tenore) e a Cristo (basso) e a numerosi personaggi minori.
Nella struttura della composizione il Cantor è assolutamente originale e utilizza elementi differenti, che provengono da tradizioni ed epoche diverse, allo scopo di evidenziare i vari passaggi drammatici del testo e il loro contenuto religioso. È in completa controtendenza con la sua epoca in cui si era affermato il modello italiano di oratorio di argomento religioso, ma che non apparteneva alla liturgia e la cui esecuzione, non in chiesa ma negli oratori o in palazzi privati, prevedeva la riscrittura del testo in senso teatrale, affidando alle arie cantate dai grandi castrati la parte maggiore, mentre relegava il coro in un ruolo secondario.
Il testo della Matthäus-Passion è tratto dal vangelo di Matteo, per quello che riguarda lo svolgimento dell'azione, dai Pensieri edificanti su Gesù sofferente per il Giovedì e Venerdì e Santo ideati in forma d'oratorio di Christian Friederich Henrici ( Picander 1700-64), per le arie e dai Geistliche Lieder (Corali) della liturgia luterana, per il commento meditativo all'azione del coro.
Le scelte di Bach sono finalizzate ad una composizione coerente con la liturgia luterana in cui le figure dell'Evangelista, del Cristo e la turba appartengono all'antica tradizione di origine medievale. Il musicista usa il recitativo secco per l'Evangelista, mentre per il Cristo usa quello accompagnato per sottolineare il peso delle parole, giungendo ad utilizzare una forma vicina all'arioso per le parole, che nell'istituzione dell'Eucarestia riguardano il sangue di Gesù: “Bevetene tutti perché questo è il mio sangue ….” per esaltare il contenuto del testo, mentre nel momento dell'invocazione:” Eli, Eli lama asabthani” ( Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato) il Cantor usa il recitativo secco perché Gesù muore come uomo.
La scrittura per il coro, nelle parti scritte da Picander e quelle in cui interpreta la turba, è mottettistica ed è straordinaria la fulminante concisione che sottolinea la drammaticità del testo. I Corali appartengono alla tradizione luterana e sono la meditazione sofferta dell'assemblea sugli avvenimenti.
Il filo rosso che unisce strategicamente le due parti della passione è il corale, la cui melodia ha un'origine profana “O Haupt voll Blut und Wunden” ( O capo insanguinato e piagato- quello di Cristo incoronato di spine) che ritorna cinque volte con parole diverse, salvo nel momento in cui a Gesù viene posta la corona di spine. La musica nelle ripetizioni diviene di tonalità sempre più cupa, passando dai corali del monte degli ulivi, a quello del processo, all'incoronazione di spine fino a quello della morte, che viene cantato solo dal quartetto dei solisti, in cui è dolorosamente rarefatto e scarno.
Nelle arie, che risentono dell'influenza italiana, Bach dispiega la sua strabiliante creatività nell'accompagnamento usando i diversi strumenti, come nella tragica aria del contralto che apre la seconda parte con flauto, oboe fagotto o, dopo l'incontro con Simone di Cirene, quella del basso con la viola da gamba.
Gli altri personaggi, come le due serve che riconoscono Pietro, accentuano la drammaticità degli eventi. L'aria di Pietro, consapevole di aver rinnegato Gesù, è una lamentazione nello stile di siciliana e ricorda la scrittura di un concerto all'italiana, così come l'aria veemente di Giuda in cui la parte più virtuosistica è affidata al violino.
Nel grande coro a mottetto, su testo di Picander che apre la Passione, i due cori affrontati si interrogano a vicenda:” Kommt , ihr Töchter” (Venite figlie), creando un'atmosfera angosciosa e drammatica, mentre l'intervento del terzo coro ( soprani di ripieno o voci bianche) sovrapponendosi ai due, è folgorante nel corale “O Lamm Gottes” ( O Agnello di Dio) indicando con la sua presenza una luce: la speranza della salvezza.
Ogni parte della Passione è stata accuratamente studiata con totale adesione dal Cantor per esplicitare il contenuto del testo e il significato religioso della passione, anche in modo non esplicito e visibile solo all'esecutore o a chi legge la partitura, come, al momento dell'elevazione del calice, in cui il basso è formato da 116 note alludendo così al Salmo 116 “ Prenderò il calice della salvezza e invocherò il nome del signore”.
Gary Graden, dividendo l'orchestra in due sezioni affrontate,ha magnificamente interpretato la partitura ed evidenziato la complessità della strumentazione e le intenzioni musicali di Bach. La Camerata Strumentale Città di Prato ha affrontato con sicurezza l'impervia scrittura; bravissimi Maria Lindal nella parte virtuosistica del violino dell'aria di Giuda e Cristiano Contadin che ha tratto dalla viola da gamba un suono morbido e intenso; ottimi i flauti, gli oboi e il fagotto nelle parti solistiche.
Il St. Jacob's Chamber Choir di Stoccolma hanno offerto un'interpretazione puntuale e drammaticamente efficace sotto la guida sapiente di Graden. Una speciale menzione merita Makoto Sakurada che ha sostituito all'ultimo momento, nell'arduo ruolo dell'Evangelista, Mikael Stenbaek, ammalato, bene Mathias Brorson, Cristo e il quartetto di solisti Marie Alexis (soprano), Anna Zander (alto), Niklas Engquist (tenore) e Lars Johansson Brissman (basso). Una vera e propria ovazione è stata tributata agli interpreti al termine della Passione dal pubblico entusiasta.