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Londra di Peter Akroyd. Un corpus vivente
La capitale inglese è e resta una delle città più amate, capitale di affari e cultura, stravaganze e musica, conservatorismo e innovazione. I libri su Londra si sprecano, dalle guide turistiche ai romanzi, passando per i trattati di approfondimento, ma chiunque ami questa città non può non avere nella sua biblioteca questo saggio omaggio, di oltre settecento pagine a firma di Peter Akroyd, che racconta Londra ieri e oggi, attraverso tutti i suoi aspetti, noti e meno noti, uscito nella collana della Neri Pozza Il cammello batriano, dedicata ai viaggi.
Pubblicato nel 2000, e quindi senza gli ultimi sviluppi, dalle Olimpiadi al Giubileo di Elisabetta II, passando per il matrimonio reale di William e Kate e gli attentati terroristici, Londra non trascura i grossi eventi storici, dall’arrivo dei Romani al blitz degli aerei tedeschi durante la Seconda guerra mondiale, ma Peter Ackroyd sceglie di raccontare la storia della sua città attraverso tutti i suoi aspetti e la sua popolazione, percorrendo i secoli e costruendo intorno ad ogni singolo tema una storia unitaria.
Nelle pagine di Londra trovano spazio le cose più diverse, dai cessi alla presenza di stranieri, con tanto di pogrom medievali contro gli ebrei e di rivolte razziali nel Novecento, dal ruolo delle donne ai bambini, dai fiumi, visto che non c’è solo il Tamigi anche se gli altri non si vedono più perché sono stati interrati o deviati, ai mercati alimentari e non, dall’industria del sesso ai negozi, dalla metropolitana ai personaggi eccentrici che hanno abitato e abitano la capitale britannica, dagli animali, corvi in testa, che popolano alcuni angoli della città, alla tradizione dei pub.
Peter Ackroyd cita i grandi autori che sono vissuti a Londra, da Defoe a Dickens, da Samuel Johnson (colui che disse la famosa frase: "Chi è stanco di Londra è stanco della vita") a Virginia Woolf, costruendo lui stesso una narrazione erudita e documentata, ma appassionante come un romanzo, mentre porta in giro, tra i secoli, in una città sempre uguale a se stessa e diversa, brutta e bella, un organismo vivente ancora in continua mutazione, che attraversa sempre un momento di profonda trasformazione intorno agli anni Sessanta di ciascun secolo. Qualcuno ha detto che i vicoli di Londra sono vene, i parchi, tra le più vaste aree verdi urbane europee se non mondiali, polmoni, le luci di Westminster e le insegne di Trafalgar Square, occhi sempre aperti.
Il libro ha 700 pagine tutte scritte fitte, senza immagini se si toglie il quadro settecentesco di copertina, ma riesce davvero ad accendere la vista, rievocando luoghi e situazioni di ieri e di oggi, ancora vividamente presenti nella memoria di una capitale dove da sempre la maggior parte della popolazione è giovane, in cerca di opportunità e futuro.
Peter Ackroyd, londinese egli stesso, sottotitola il suo libro su Londra, Una biografia, ed effettivamente è questo, la storia di una città come di un essere vivente, testimone e protagonista dei fermenti dei suoi abitanti, capitale di un Impero e dell’immaginario di quasi un secolo, punto di riferimento per affari, lavoro e svago.