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Louis Lambert di Honoré de Balzac. La Volizione e l'Idea
Nell’opera dei grandi scrittori succede di trovare in sintesi rappresentate le domande fondamentali sulla vita e il mistero della esistenza. Questo è il caso del libro di Honoré de Balzac intitolato Louis Lambert, la cui nuova edizione è stata da poco pubblicata dall’editore L’orma. Nella introduzione al libro, un grande classico della letteratura occidentale, Paola Decina Lombardi ricorda che la composizione e la scrittura di questo libro impegnò il suo autore per oltre quindici anni.
Louis Lambert è il figlio di una modesta famiglia francese dell’Ottocento. Il padre esercitava la professione di conciatore, a cui inizialmente Louis sembrava destinato. La sua anima, grazie alla lettura del Nuovo e del Vecchio Testamento, in cui la grazia divina si manifesta con parole e immagini sublimi, essendo entrata in sintonia con la dimensione religiosa e soprannaturale, è posseduta dalla volontà di accrescere le conoscenze intellettuali.
Avendo Louis Lambert questa naturale inclinazione, i suoi genitori, onde assecondarne la vocazione di studioso, nel 1807 lo mandarono dallo zio materno, curato a Mer, città situata nella Loira, non distante da Blois. Proprio in questo luogo, Louis potette leggere i tanti libri presenti nella biblioteca dello zio prete, maturando una visione mistica e spirituale della vita. All’età di quattordici anni, Louis era capace di esprimere idee profonde e complesse, come la convinzione che le parole hanno il colore delle idee che rappresentano e svelano.
Louis pensava che il nostro spirito fosse un abisso che si compiace di intravvedere gli enigmi più oscuri e profondi. Nei pressi di Vendôme la baronessa de Staël, trovandosi in esilio e lontana da Parigi, un giorno sorprese il giovane Louis mentre leggeva l’opera mistica di cui è autore Emanuel Swedenborg, intitolata Il cielo e l'inferno. Conversando con il giovane, di cui conosceva le umili origini, Madame de Staël fu colpita dalla sua intelligenza e sensibilità, al punto che gli apparve come un veggente. Durante il dialogo con Madame de Staël, Louis le chiese a che cosa pensava mentre con la preghiera si rivolgeva a Dio.
Prima di partire da Vendôme, la baronessa affidò il giovane a un suo amico, Monsieur de Corbigny, perché fosse condotto in un collegio, appartenente all’ordine degli Oratoriani. La storia di Louis Lambert nel libro è narrata da un giovane, che fu suo compagno nel collegio di Vendôme. Il collegio era grande ed in esso tutta la vita organizzativa era improntata alla regola monastica. I compagni di collegio, colpiti dalla singolare personalità di Louis Lambert, un genio precoce come Pascal, Pico Della Mirandola e Montcalm, pensarono che non c’è niente di più vicino a Dio se non il genio in un fanciullo.
In collegio, a causa della privazione dell’aria pura, della campagna in cui era vissuto, e della sue abitudini, Louis si intristì. Tuttavia, questa tristezza, presente nel suo animo, lo dispose a coltivare la vita interiore e spirituale. Conversando con il narratore del libro, Louis osservava che pensare equivale a vedere. Ogni conoscenza umana si deve basare sulla deduzione, sicché grazie alla visione progressiva è possibile risalire dall’effetto alla causa e individuare la causa da cui discende ogni fenomeno.
La poesia, come ogni opera d’arte, procede da una rapida visione delle cose. Influenzato dalla lettura dell’opera di Swendeborg (su cui Kant scrisse un saggio polemico, I sogni di un visionario chiariti con i sogni della metafisica), Louis riteneva che nella persona umana fossero presenti due creature distinte, quella meramente fisica, e l’altra, la cui essenza è simile a quella degli angeli. L’angelo rappresenta la parte interiore dell’individuo che, rischiarata dalla luce divina, riesce a prevalere su quella esteriore. In tal modo, conversando con il narratore del libro, Louis meditava intorno al rapporto tra l’anima e la materia, Dio e la natura, l’uomo e il mistero della vita, il mondo visibile e quello invisibile.
Louis nel collegio scrive un libro intitolato Trattato della volontà. La volontà e il pensiero, nella sua visione mistica, erano due strumenti generatori della Volizione, termine derivato da Locke, e dell'Idea. Secondo il pensiero di Swendeborg, nell’animo umano si ha la precisa visione di ciò a cui può accedere la parte interiore della persona. L’opera di questo mistico mostra quanto siano inconciliabili i principi dello spiritualismo e del materialismo. Sebbene considerasse Gesù Cristo la incarnazione più alta del suo pensiero, Louis Lambert non ammetteva le pratiche della chiesa cattolica, essendo le sue idee simili a quelle sostenute da Santa Teresa da Fenélon. Questa parte filosofica, disseminata in modo magistrale nel romanzo, serve a Balzac per mostrare come Louis Lambert per tutta la sua vita aveva tentato di stabilire quale rapporto possa esistere tra l’essere umano e Dio. Nella seconda parte del libro, con cui si conclude, Louis Lambert, dopo avere sposato una donna di grande raffinatezza, Mademoiselle de Villenoix , perde la ragione e impazzisce. Un libro geniale e di grande valore culturale.