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Lucky. Stenton, Lynch e la vecchiaia
Lucky è un film con il regista al suo esordio: John Carroll Lynch, l'attore di varie serie tv e di film come Fargo dei fratelli Cohen, passa alla regia con un film di uno dei più celebri caratteristi di lungavita: Harry Dean Stanton, nato nel 1926 ad Irvine e scomparso alla longeva età di 91 anni a West Hollywood lo scorso settembre.
Il film è un ritratto degli ultimi giorni di Stenton nel piccolo centro dove abita e conduce una vita di routine, alzandosi tardi, facendo ginnastica mentre fuma (sic!) ed incontreando per caso David Lynch nel pub che frequenta la sera con altri amici di sempre (attori anche loro).
Il film è un pò lento nel dipanarsi e piuttosto ripetitivo: non ci dice granché su Stenton e la sua personalità, a parte informarci che è un tipetto cocciuto che fa sempre di testa sua, come fumare dove non è lecito.
La sceneggiatura è pò scialba, oltre ad essere semplice e scarna, ma probabilmente questo è ciò che rivela di Stenton perchè così è lui, un attore caratterista che ha frequentato tutta l'Hollywood che conta senza farne parte, senza tradire la sua piccola e agevole unicità. Ci chiediamo però se lo scioglimento del film, che fa capo ad una testuggine che vediamo all'inizio, chiamata il Presidente Roosevelt da Lynch che ne è il proprietario e scomparsa, basti a tessere la tela di quello che vuole essere un apologo sulla vecchiaia e sul passare inesorabile del tempo. Certamente non abbiamo dubbi sul fatto che la testuggine - che può campare anche duecento anni - scompare da un lato dello schermo e ritornando dallo stesso, è una metafora di Stenton quanto dell'eternità che dona una pellicola, però ci sembra non sufficiente ancora per giustificare tutte le passeggiate di Stenton nel paesello. E di certo nion basta la presenza di Lynch a farne una parabola.