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Maggio Musicale Fiorentino. Lonquich direttore e solista nel Ciclo Mozart
Sabato 31 marzo presso il Teatro del Maggio a Firenze, nell'ambito della Stagione 2017/2018 del Maggio Musicale Fiorentino, ultimo concerto del “Ciclo Mozart” che ha visto protagonista come solista e direttore Alexander Lonquich. Il ciclo ha proposto a partire da ottobre un affascinante serie di concerti con prestigiosi direttori nei quali, a parte il melodramma, sono stati esplorate le forme nelle quali il genio di Salisburgo ha lasciato un segno indelebile ed ineguagliato nella storia della musica. Forme strumentali: sinfonie, divertimenti, serenate e concerti.
Il programma costruito da Lonquich ha rappresentato esso stesso un sorta di sintesi dei diversi modi con il quale Mozart si avvicinava a queste forme: iniziando dall'intima ed esoterica Marcia funebre massonica, immagine di un mondo nel quale l'esplorazione degli aspetti più profondi dell'anima e dei valori etici che regolano la convivenza fra gli uomini sono espressi con geniale efficacia, testimoniando un'appassionata adesione ed immersione nel mondo della massoneria, alla Sinfonia K385 “Haffner”, luminoso affresco musicale e timbrico nel quale emergono tutta la bellezza ed abilità mozartiana nel trattare la forma e le potenzialità espressive dell'orchestra, concludendo con lo splendido Concerto per pianoforte K503 in do maggiore, trionfo anch'esso del connubio solista-orchestra e nel quale l'autore, come in altri celebri capolavori, dimostrava di aver aperto una nuova strada e creato punti riferimento per questo genere di composizione.
Lo spessore artistico e la sensibilità di Lonquich sono conosciute. In occasioni come queste tali doti sono amplificate ed esaltate per mezzo della direzione d'orchestra, dimostrando anche in questo ambito – molti solisti sono passati al podio del direttore non sempre con risultati adeguati alle aspettative – una capacità di trasmissione di idee e di controllo dell'ensemble strumentale di ottimo livello. Con un autore come Mozart, poi, questi requisiti sono fondamentali per ottenere risultati adeguati alla genialità dell'autore.
L'orchestra del Maggio Musicale Fiorentino ha seguito con fiducia ed efficacia le indicazioni date da Lonquich, che ha rivelato una visione del linguaggio mozartiano come a noi piace: una visione nitida e solare, senza senza effetti particolari ma esaltando il fraseggio ed i contrasti timbrici nel dialogo, per esempio, fra archi e fiati, che Mozart tanto amava, così come l'apparente semplicità e disarmante bellezza e scorrevolezza delle idee musicali che compaiono e vengono elaborate con stupefacente spontaneità ma che in realtà per chiunque altro era impossibile imitare in maniera adeguata.
Senza nulla togliere ai primi due brani in programma, il momento senza dubbio più esaltante è stato l'esecuzione del concerto K503, nel quale le due indentità direttore-solista si sono fuse ed è emersa, nell'ineccepibile esecuzione del concerto, la grandezza dell'intreprete. Il Concerto in do è fra i più conosciuti ed apprezzati, sempre che si possa e sia lecito fare una graduatoria di bellezza ed importanza in questo ambito della produzione mozartiana. Come in molti altri concerti riserva una sorpresa all'ascoltatore meno esperto o viceversa crea una piacevole aspettativa in quello più preparato, per esempio nel primo movimento ma anche nel terzo, per la comparsa di un secondo tema che, come spesso Mozart amava fare, è più bello ed ispirato del primo, una sorta di inatteso piccolo regalo che il compositore concedeva agli ascoltatori.
Il suono, il controllo delle dinamiche ed il fraseggio, il nitore e luminosità delle frasi più scorrevoli così come la poesia dello scorrere del secondo movimento, nell'esecuzione di Lonquich hanno raggiunto livelli di eccellenza dando l'impressione che l'interprete si trovasse in uan condizione di particolare benessere e serenità, stati d'animo in fondo necessari per condividere ed abbeverarsi alla genialità del linguaggio mozartiano.
In un concerto come questo, nel quale, a causa o grazie a Mozart il tempo passa troppo velocemente, Lonquich ha concesso al pubblico, che con il calore ed intensità degli applausi ha sottolineato la gratitudine per aver vissuto un evento così piacevole, un inaspettato ed importante bis insieme all'Orchestra: l'ultimo movimento del Concerto K543, un trionfo di pura gioia e raffinata ironia mozartiana, eseguito anche in questo caso con impeccabile sicurezza. Ulteriore bis, come solista in questo caso, con una Giga, ovviamente anch'essa di Mozart. Come abbiamo scritto in occasioni di altri concerti mozartiani, volti sereni e sorridenti all'uscita del teatro: anche in quest'occasione, ed anche grazie ad Alexander Lonquich, Mozart ha nutrito le anime degli ascoltatori.