Maggio Musicale Fiorentino. Il memorabile Don Giovanni diretto da Mehta

Articolo di: 
Piero Barbareschi
Don Giovanni

Per la Stagione del Maggio Musicale, domenica 3 febbraio 2013 a Firenze, presso il Teatro Comunale, una pregevole edizione del capolavoro di W.A.Mozart: Don Giovanni, Zubin Mehta, alla direzione. Non è facile descrivere lo stato d'animo con il quale ci si appresta ad ascoltare o ad assistere, come in quest'occasione, al Don Giovanni di Mozart. Un'opera che non può lasciare indifferenti e non può essere ascoltata senza coinvolgimento profondo.

Mozart e Da Ponte sapevano bene quali corde dell'anima e quali principi morali ed etici andavano a stimolare rappresentando l'emblematica vicenda che non era certamente una semplice descrizione di disinvolte acrobazie amorose e corteggiamenti ma piuttosto una profonda riflessione su alcuni valori fondamentali dell'esistenza umana: l'amore, certo, ma anche la lealtà ed il tradimento, l'amicizia e la complicità, l'onore, il pentimento, l'espiazione dei peccati, la giustizia divina...

Non siamo certo noi i primi a scriverlo, ma appare ancora oggi incredibile come sia stato possibile, in una sorta di positivo corto circuito intellettuale, partorire un simile melodramma, anche se parlando dell'accoppiata Mozart-Da Ponte questa considerazione potrebbe apparire superflua.

Sappiamo che per tradizione l'ouverture era scritta al termine della stesura delle opere affinché fosse possibile citare elementi tematici presenti nello svolgimento, ma mai come in questo caso l'inizio, che cita la pulsazione cardiaca che annuncerà al termine l'arrivo della statua del commendatore, cala l'ascoltatore in un clima che già dalle prime battute è drammatico ed angoscioso.
Zubin Mehta ha proposto una lettura dell'ouverture, capolavoro nel capolavoro, in maniera impeccabile assecondato come sempre dall'ottima Orchestra del Maggio Musicale, conducendola con la conosciuta sicurezza sino alla fine.

Già durante l'ouverture era visibile la scena che ha svelato agli spettatori lo stile e la scelta voluta da Maurizio Balò. Confessiamo che abbiamo atteso con curiosità di scoprire l'impostazione scenica e la regia. Apparteniamo forse alla schiera dei cosiddetti tradizionalisti, ma a nostro parere, in particolar modo con Mozart, il rispetto della collocazione storica è doveroso. Con opere come questa non è certo necessario creare ulteriori ed artefatti motivi di interesse o bizzarre ambientazioni. La perfezione e bellezza della costruzione musicale hanno bisogno semplicemente di essere assecondate con stile, gusto ed armonia, e ci pare questa la scelta, felice, delle scene, fatta da Balò: una sobria ed essenziale citazione di un ambiente settecentesco, estendendo lo spazio scenico oltre l'orchestra, che si è trovata “immersa” e circondata dal palcoscenico, consentendo anche ai cantanti di avvicinarsi ulteriormente alla platea. Anche la regìa di Lorenzo Mariani ha approfittato di questa impostazione facendo utilizzare ai protagonisti non solo l'ulteriore spazio ricavato oltre la buca, ma anche la platea stessa attraversata in occasione di cambi di situazione o inizio e termine dei recitativi (da menzionare il preciso ed efficace supporto al cembalo di Andrea Severi).

I costumi di Silvia Aymonino hanno completato la piacevolezza della visione complessiva. Ancorchè non sfarzosamente settecenteschi, tutti di grande eleganza e raffinatezza, sia maschili che femminili, ricordandoci visivamente per stile certi quadri di Goya

In questo contesto i protagonisti si sono mossi con padronanza di mezzi e sicurezza gestuale. Tutto il cast (doverosa la citazione di ognuno, senza voler creare graduatorie di merito: Alessandro Luongo, Don Giovanni, Il Commendatore Stephen Milling, Donna Anna Yolanda Auyanet, Don Ottavio Paolo Fanale, Donna Elvira Caitlin Hulcup, Leporello Roberto de Candia, Masetto, Nicolò Ayroldisi, Zerlina, Marina Comparato) si è rivelato di altissimo livello. In queste occasioni si attendono al varco nelle arie principali e più conosciute ma, nel caso del Don Giovanni, tutta l'opera è una successione ininterrotta di arie “famose”...Nessuno dei cantanti ha deluso le aspettative, contribuendo ognuno a costruire una serata di grande impatto emotivo, gratificati al termine di ogni aria da calorosi applausi del pubblico.

Nel finale, dopo la suggestiva comparsa della statua del commendatore, è sempre motivo di interesse scoprire la realizzazione della discesa agli inferi di Don Giovanni. In questo caso è stata realizzata con una scelta semplice ma di grande efficacia (non dimentichiamo certo di citare l'accurato lavoro alle luci in tutta l'opera di Linus Fellbon): delle lampade rosse che proiettavano sulla scena, ingigantite, le ombre degli orchestrali e l'agitato muoversi degli archetti dei violini, creando una rappresentazione visiva di un inferno angoscioso e tumultuoso. Don Giovanni, invece di essere come tradizione ingoiato da una botola in palcoscenico, lasciava urlando la scena attraversando di corsa per l'ultima volta la platea.

Al termine, dopo il rassicurante settecentesco finale con la citazione della morale di quale sia “il fin di fa il mal”, applausi prolungati e ripetute chiamate in scena per tutti i protagonisti e per il “condottiero” Zubin Mehta. Una bellissima serata. Un Don Giovanni che sarà ricordato.

Pubblicato in: 
GN14 Anno V 12 febbraio 2013
Scheda
Titolo completo: 

Teatro del Maggio Musicale Fiorentino
Stagione 2013 - Domenica 3 febbraio 2013 ore 20.30
Teatro Comunale - Firenze
W.A.Mozart: Don Giovanni
  
Direttore Zubin Mehta
Regia Lorenzo Mariani
Scene Maurizio Balò
Costumi Silvia Aymonino
Luci Linus Fellbom

Alessandro LuongoDon Giovanni
Il Commendatore Stephen Milling
Donna Anna Yolanda Auyanet
Don Ottavio Paolo Fanale
Donna Elvira Caitlin Hulcup
Leporello Roberto de Candia
MasettoNicolò Ayroldi
ZerlinaMarina Comparato

Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino
Maestro del Coro Lorenzo Fratini
Maestro al cembalo Andrea Severi

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