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Magic in the Moonlight. Lussureggiante soprannaturale
La magia alla luce della luna è da sempre un tema per innamorati, quindi cosa c'è di meglio per titolare un film a metà fra magia e innamoramento, in cui quest'ultimo è capace di scatenare l'altra? Woody Allen ha scelto quindi di assemblare due topics da sempre legati ed interdipendenti per un pacchettino di Natale ben confezionato e dal titolo appunto di Magic in the Moonlight. Attori di grido come Colin Firth ed Emma Stone protagonisti, sono le due cigliegine sulla torta.
Le gag sono simpatiche non c'è che dire, e anche se qualcuna sa un po' di scontato, forse non è quello che non fa decollare la pellicola: è nel ritmo la chiave di una serie di bellissimi paesaggi, vedute sul mare, profumo di fiori colorati, giardini all'inglese ben coltivati, che si susseguono però un po' pedantemente l'uno appresso all'altro, tra scenari lussureggianti ed assolutamente affatto lussuriosi.
Colin Firth fa il mago cinese Wei Ling Soo pur essendo un arrogante e presuntuoso tipically british dal nome di Stanely Crawford che assembla numeri occidentali – sezionamento di ragazze, lancio di colelli, e quant'altro del repertorio magico da spettacolo inizi Novecento – su un palcoscenico tutto rosso lacca cinese. Viene convinto, dopo una breve pausa a Berlino datata 1928, dal suo amico Howard Burkan (ovvero Simon McBurney), a recarsi con lui in Provenza – dove vediamo tutti questi meravigliosi paesaggi – per smascherare l'arguta Sophie (Emma Stone) che, sotto le vesti di una medium, sta incamerando tutti i soldi di una ricca ereditiera, la signora Catledge (Jacki Weaver). A breve riceve anche una proposta altinsonante dal figlio: un matrimonio in yacht con seguente giro per l'Europa dei mari del sud e, ovviamente, nessuna preoccupazione per il lato soldi.
Firth, nelle vesti di Crawford, all'inizio sarà il solito logico iperazionalista che spiega tutto con la ragione – con tanto di citazioni da Schopenhauer, Nietzsche ed Hegel, quanto mai poco razionali, sic! - ma finirà per essere irrimediabilmente ammaliato dalla giovinezza e vivace perspicacia della ragazza, doti di visione soprannaturale a parte.