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Marchand-Clérambault. L'apoteosi del cembalo barocco
Nello sterminato ed affascinante universo della letteratura barocca per cembalo solo, la produzione “francese” occupa un ruolo di grande importanza per alcune sue peculiarità. Nel bellissimo CD Stradivarius distribuito da Milano dischi, Luca Oberti, uno dei più interessanti interpreti della sua generazione, propone un'integrale di due autori, Louis Marchand e Louis-Nicolas Clérambault, nella quale sono delineate con chiarezza le caratteristiche peculiari sopra accennate.
Com'è ben noto a chi pratica ed ascolta questa letteratura, le scuole clavicembalistiche, sia dal punto di vista compositivo, sia anche esecutivo, sono raggruppate in alcuni blocchi che rispecchiano le collocazioni geografiche e culturali dell'epoca. Ecco pertanto che si parla di scuola francese, italiana, tedesca o inglese.
Se nel repertorio di scuola tedesca l'ammirazione dell'ascoltatore è scatenata dalla capacità di costruire edifici sonori imponenti e perfettamenti calibrati nelle proporzioni, così come invece nella scuola italiana (citando per esempio quella veneziana o napoletana, senza dimenticare ovviamente l'universo di Scarlatti, ancorché operativo in Spagna) la fantasia e la ricchezza di spunti melodici, poetici e ritmici sono inconfondibili, l'ambito francese pone l'esecutore di fronte allla necessità di essere autenticamente “interprete”, intendendo con questo termine la capacità, a fronte di una concreta conoscenza delle regole e dei criteri estetici utilizzati, di andare al di là del segno grafico o della convenzione ritmica, per “vedere” e realizzare qualcosa che non sempre e non necessariamente è scritto sullo spartito.
Operazione di interpretazione comune in tutta la storia della musica, qualcuno potrebbe obiettare, visto che di fatto in ogni tempo l'esecutore-interprete è un'interfaccia fra il compositore e l'ascoltatore, ma nel caso della musica francese barocca questa modalità di scrittura non del tutto completa è portata ai massimi livelli: ed ecco quindi che esecuzioni come queste, per essere come in siffatto caso portatrici di un messaggio estetico profondo ed immediatamente apprezzabile, devono essere eseguite da chi non suona solamente “tutte le note”, ma opera, come l'ottimo Oberti, una profonda riflessione ed “interpretazione”.
Un CD di un'ora è sufficiente per contenere l'integrale clavicembalistica dei due autori, celeberrimi all'epoca in ambito parigino ed europeo ma attivi soprattuto come organisti.
Le forma compositiva utilizzate da entrambi è quella della suite, sfruttatissima all'epoca ed ideale per impostazione e possibilità di accostamento di forme di danza di spirito e carattere diverso a creare una serie articolata e sempre interessante di idee musicali e ritmiche.
Sia nelle suites di Marchand che di Clérambault le sezioni sono brevi, da un minimo di un minuto ad un massimo di tre abbondanti, ed in ognuna è tratteggiata con gusto e raffinatezza la caratteristica della danza utilizzata (allemanda, corrente, giga, ciaccona, minuetto...). Brevi pennellate, quasi dei flash musicali nei quali appare un mondo fatto di fioriture, slanci ritmici, fraseggi espressivi, che nell'esecuzione di Oberti scorrono senza mai creare motivi di stanchezza o noia nell'ascoltatore.
Anche lo strumento utilizzato, un Andrea Restelli 1990, copia Goujon-Swanen, per bellezza timbrica e duttilità tecnica, è ideale per esaltare sia la scrittura che la perizia dell'esecutore.