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Martha Argerich a Perugia con la Verbier Festival Chamber Orchestra
Dopo ventisei anni Martha Argerich è ritornata a Perugia, il 15 Dicembre 2011, nell'ambito della Stagione degli Amici della Musica, in un concerto con la Verbier Festival Chamber Orchestra, diretta da Gábor Takács-Nagy, in cui ha interpretato il Concerto n. 1 per pianoforte, tromba e orchestra in do minore op. 35 di Šostakovič; alla tromba David Guerrier.
Il concerto si è aperto con la trascrizione, per orchestra d'archi, di Gustav Mahler del Quartetto in fa minore op. 95 "Serioso" di Beethoven. Scritto dopo i tre Quartetti “Razumovsky” op.59 e l'op. 75, è una composizione profondamente innovativa, fatto di cui il musicista era così consapevole da scrivere nel 1816 a George Smart, che cercava un editore per le sue opere più recenti :” N.B.Il Quartetto è scritto per una ristretta cerchia di connoisseurs, da non eseguire in pubblico”. Il sottotitolo Serioso fu scritto sul manoscritto dallo stesso autore.
È il quartetto più breve dell'intero corpus beethoveniano, dalla struttura scarna che inizia bruscamente con un motivo ricorrente ripetuto insistentemente nella breve durata del primo movimento allegro con brio. Lo Scherzo, della terza parte, allegro assai vivace ma serioso, ha una denominazione strana e alterna parti cantabili a quelle veementi quasi aggressive. La trascrizione di Mahler rispetta la scrittura dell'originale con il rinforzo di una quinta parte, i contrabbassi, suonati con l'arco o con il pizzicato.
La trascrizione di questo quartetto, come anche quella del secondo movimento de La morte della fanciulla di Schubert sono legati all'attività di Mahler come direttore d'orchestra, a scopo divulgativo. La trascrizione dell'opera 95 fu aspramente criticata nell'esecuzione viennese, quando fu direttore della Filarmonica, e Mahler non la ripropose più; la partitura fu ritrovata solo una trentina di anni fa dalla figlia Anna e fu pubblicata nel 1990.
Il Concerto n. 1 per pianoforte, tromba e orchestra in do minore op. 35 di Dmitrij Šostakovič fu composto ed eseguito per la prima volta a Leningrado, il 15 ottobre 1933, con l'Orchestra filarmonica di Leningrado, diretta da Fritz Stiedry e il compositore stesso al pianoforte. Šostakovič fu anche un grande virtuoso del pianoforte e ricevette una menzione speciale alla prima edizione del Concorso Chopin di Varsavia (1927). La partitura fu scritta nel periodo che precedette il minaccioso, quanto inaspettato articolo anonimo, Caos invece di musica, sulla Pravda (1936) che stroncava Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk, definendola caotica, apolitica, pervertita.
Quello fu periodo felice in cui la vena scanzonata, ironica e briosa di Šostakovič si riversò liberamente in composizioni come Il naso; anche il Concerto n. 1 ha queste caratteristiche unite ad una felice invenzione musicale e un ritmo travolgente. È una composizione in cui confluiscono varie influenze della musica dell'epoca, jazz e ironiche citazioni di sue opere (come la suite de Il povero Colombo) e di altre opere di grandi compositori, come Beethoven e Haydn.
Il concerto inizia con una breve citazione delle prime tre note della sonata di Beethoven Appassionata che introduce un lento preludio che poi sfocia in un vorticoso e ritmico sviluppo in cui dialogano la tromba e il pianoforte Il successivo lento a tempo di valzer, così amato dal musicista, affida il finale alla tromba dopo una parentesi più animata. Il terzo è così breve da essere un passaggio per poi lanciarsi nel travolgente movimento finale con spumeggianti virtuosismi e allegri sberleffi affidati alla tromba e al pianoforte: la cadenza finale è una parodia del Rondò a capriccio” – la rabbia per un soldino perduto – di Beethoven che sfocia in una conclusione esilarante e scoppiettante ispirata al jazz.
L'esito trionfale ha spinto gli esecutori a concedere il bis dell'ultimo infocato e irridente movimento. Oltre al bravo David Guerrier, alla tromba, al pianoforte ha dominato Martha Argerich, che ha profuso il suo straordinario talento nella levità dell'esecuzione divertita dei vertiginosi virtuosismi richiesti dalla partitura.
Il programma è stato concluso dalla Serenata per archi in mi maggiore op. 22 di Antonín Dvořák una composizione ispirata alla Serenata classica, che si svolge come il modello in più movimenti con una grande felicità di invenzione ed eleganza formale. La Verbier Festival Chamber Orchestra è un'ottima formazione, composta da giovani musicisti e nata nell'ambito dell'omonimo festival. La diversità del programma ha messo bene in luce le caratteristiche dei giovani musicisti che si sono egregiamente disimpegnati sotto la guida esperta di Gábor Takács-Nagy: il pubblico ha gradito applaudendo calorosamente e a lungo.